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Inverno caldo, le api si risvegliano in anticipo: c'è il rischio che muoiano

Se le temperature si riabbasseranno, i fiori potrebbero gelare facendo mancare il nutrimento alle api risvegliate in anticipo

Risveglio anticipato per le api in Lombardia, che si stima siano oltre quattro miliardi in 160 mila alveari. Lo rende noto la Coldiretti, in una nota in cui parla dell'effetto dell'inverno con una temperatura, in Italia, finora superiore di 1,65 gradi rispetto alla media storica, e di 2 gradi a Milano città, con minime a gennaio di 3,3 gradi e la massima assoluta di 15,1 gradi. Il rischio, però, è che la temperatura si abbassi facendo gelare i fiori, il che comporterebbe per le api l'impossibilità di nutrirsi e la morte.

«Questo si sta rivelando un inverno talmente mite che le api nelle ultime settimane hanno iniziato a uscire più facilmente dagli alveari. Il sole e le temperature più alte della media hanno anticipato l’attività degli insetti, ma il rischio è che eventuali gelate improvvise possano danneggiare i primi fiori con conseguenze negative anche sulle api stesse», spiega Mauro Veca, produttore di miele a Milano.

«L’agricoltura - spiega la Coldiretti - è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali».

Il clima caldo (con assenza di precipitazioni) preoccupa anche su un altro fronte: il livello idrometrico del fiume Po è basso come in piena estate (al Ponte della Becca, a Pavia, è a -2,4 metri), ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 25% di quello di Como al 28% dell’Iseo.

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