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Martedì, 16 Aprile 2024
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Lega controcorrente al Pirellone: «Bottiglietta di plastica più ecosostenibile della borraccia»

La Lega difende le bottigliette d'acqua in Pet contro l'ipotesi di sostituirle con le borracce in alluminio: «Promuovere il riciclo è in contraddizione con la riduzione dell'uso»

La Lega al Pirellone si schiera contro le borracce in alluminio e in "difesa" delle bottigliette di plastica, promettendo che continuerà ad usarle durante le sedute di consiglio e commissione, non aderendo, quindi, alla campagna #iosonoambiente promossa dal Ministero dell'Ambiente a livello nazionale. Di più: sensibilizzare sulla riduzione dell'uso della plastica sarebbe «in contraddizione» con la promozione della raccolta differenziata.

Lo scrive nero su bianco il consigliere regionale del Carroccio Giovanni Malanchini, eletto a Bergamo, che all'ufficio di presidenza del consiglio regionale, insieme alla collega di partito Francesca Brianza, si è astenuto proprio sul provvedimento con cui vengono stabilite alcune azioni di riduzione dell'uso di plastica tra le mura del consiglio regionale stesso. Malanchini aggiunge che «la bottiglietta di plastica è più ecosostenibile della borraccia in metallo» perché si ricicla; è però anche vero che una sola borraccia in metallo sostituisce centinaia di bottigliette.

Secondo i due leghisti, dunque, promuovere la riduzione dell'uso di materiale plastico sarebbe in contraddizione con la promozione della raccolta differenziata. Questo perché la raccolta differenziata è una attività economica: «L'elevato valore commerciale della plastica quale materia di riciclo contribuisce nel contenere il prezzo della raccolta dei rifiuti e il costo di recupero di altri materiali che hanno minor valore». Tradotto, se venisse riciclata meno plastica, gli operatori del riciclo dovrebbero fissare tariffe più alte per la collettività (tasse). 

Ammesso che ciò sia vero, a seguire questo ragionamento se ne deduce che varrebbe paradossalmente la pena di produrre ancora più rifiuti in plastica per riciclarne sempre di più. Malanchini sottolinea poi come in Lombardia il riciclo della plastica sia già a ottimi livelli, circa l'80% dei rifiuti in Pet. Ma è pur vero che, se calasse la quantità assoluta, non per questo la percentuale diminuirebbe. Anzi, potrebbe perfino accadere che gli operatori, concentrando le loro tecnologie di recupero su "meno" plastica in assoluto, aumentino la loro capacità di riciclo su quella restante. Oppure che acquistino plastica da riciclare da altri territori, mantenendo inalterata la redditività e aiutando altre regioni a riciclare di più.

In realtà la questione potrebbe essere capovolta, vedendo "meno plastica" e "più riciclo" come azioni entrambe a tutela dell'ambiente, che quindi viaggiano in parallelo verso un unico obiettivo. Un "win-win" che non può certo essere senza costi. Ma con benefici a medio-lungo termine di gran lunga superiori. Piuttosto, dai decisori politici ci si potrebbe aspettare una visione più complessiva, ad esempio azioni legislative per spostare la tassazione (a costo zero) da chi lavora a chi produce inquinamento.

Del resto, se anche un'ottantina di consiglieri regionali lombardi passerà interamente (o quasi, visto che i leghisti non lo faranno) all'alluminio, il consumo di plastica generale in Lombardia non subirà alcun decremento solo per questo, e la quantità riciclata in assoluto resterà agli stessi livelli. Non saranno, cioè, le bottigliette in meno dei consiglieri regionali a cambiare i numeri del business. Sarà un atto dal valore simbolico. E talvolta gli atti simbolici sono molto significativi.

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