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Cannabis terapeutica, la Regione ai farmacisti: «Piani terapeutici con le regole vecchie, accettate le prescrizioni»

La precisazione degli uffici regionali dopo il "cortocircuito" che aveva costretto numerosi pazienti a tornare a casa "a mani vuote"

Si è risolto nel modo migliore il cortocircuito per chi si cura con la cannabis terapeutica. La Regione Lombardia ha dato il via libera, ai farmacisti, per accettare ricette e piani terapeutici risalenti a prima della fine del 2019, con le regole vecchie. La situazione era diventata paradossale: i pazienti si vedevano respingere le ricette in farmacia nonostante il piano terapeutico duri sei mesi per legge. Così, erano costretti a "rincorrere" un nuovo piano terapeutico, precipitandosi in un ambulatorio di terapia del dolore anche senza appuntamento.

Ora la Regione ha diramato una precisazione secondo cui i piani terapeutici redatti prima del 31 dicembre 2019, con le vecchie regole, sono tuttora pienamente validi e così anche le conseguenti prescrizioni, anche se riilasciate dall'1 gennaio 2020 in poi. E, in altre parole, il medico (anche di base) che rilascia una prescrizione attenendosi al piano terapeutico del paziente, può farlo fino alla scadenza (sei mesi) del piano stesso.

Precisazione di buon senso

Una precisazione di buon senso, senza la quale i farmacisti stavano rifiutando le prescrizioni per non "rischiare" di incappare in una sanzione. Le nuove regole statuiscono tra l'altro che deve essere indicata l'esatta percentuale di ogni principio attivo, cosa che prima non era necessaria. Il caso era stato sollevato da Marco Cerasa, medico specialista in terapia del dolore al Niguarda, e ripreso da Michele Usuelli (+Europa-Radicali), consigliere regionale e medico a sua volta.

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