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Contributo affitti, verranno accolte 2mila richieste: meno della metà di quelle presentate finora

Il fatto è stato reso noto dall'assessore alle politiche sociali Gabriele Rabaiotti durante una seduta di commissione in videoconferenza

Il contributo all'affitto predisposto da Palazzo Marino per l'emergenza Coronavirus arriverà a 2mila famiglie: meno della metà delle 4.931 domande che (al momento) sono state presentate dal 29 aprile. È quanto ha affermato martedì pomeriggio l'assessore alle politiche sociali e abitative di Milano, Gabriele Rabaiotti, nel corso della commissione.

Nel frattempo i milanesi potranno continuare ad inviare le domande: "L'avviso resterà aperto fino alle ore 12 del 20 maggio — ha precisato l'assessore —. Il contributo totale è di circa 3 milioni di euro, di cui 580mila euro che Regione Lombardia ha destinato ad hoc e oltre 2,4 milioni recuperati da avanzi di precedenti misure non utilizzate, in particolare dalla morosità incolpevole degli anni precedenti".

"Il Comune verserà direttamente il contributo sull'iban del proprietario di casa, previo il suo consenso. Dal 20 maggio il Comune si prenderà una settimana per verificare i requisiti delle famiglie e avvierà i contatti con i proprietari di casa, con l'obiettivo di versare i contributi entro la metà di giugno", ha aggiunto, spiegando che "è ragionevole immaginare che avremo domande ammissibili per cui non avremo risorse".

Bonus affitto, chi può chiederlo

Possono "presentare richiesta i residenti nel Comune di Milano che non siano proprietari di alcuna abitazione all’interno del territorio della Lombardia, con un’attestazione Isee fino a 26mila euro che occorrerà allegare alla domanda o, in caso di temporanea impossibilità, presentare entro il 30 giugno. Occorre inoltre - prosegue il bando - essere titolari di un contratto di locazione da almeno un anno (alla data del 30 marzo 2020) e non essere sottoposti a procedure di rilascio".

"Verranno considerati quali criteri preferenziali - specifica il comune - condizioni particolarmente legate all’emergenza: la cessazione, riduzione o assenza dell’attività lavorativa a partire dal 1° febbraio di quest’anno; il ricovero ospedaliero per sintomi da Covid-19 o il decesso di un componente familiare dal 1° febbraio; la presenza di persone con invalidità maggiore del 66% all’interno del nucleo. Tra i criteri relativi alla condizione lavorativa che peseranno nella compilazione della graduatoria c’è l’essere autonomi, precari, a termine e in cerca di occupazione. Valorizzati - spiegano da palazzo Marino - anche i nuclei familiari monogenitoriali e le famiglie numerose monoreddito, attenzione per i single".

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