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Coronavirus: oltre 5.400 casi in Lombardia, 440 in terapia intensiva. Migliora il 'paziente1'

Le persone ricoverate sono 2.802, 440 si trovano in terapia intensiva. Tutti i dati

Un'altra settimana di lotta alla diffusione del Covid-19 coronavirus in Lombardia. E l'emergenza, ora, è quella di mantenere un servizio sanitario sostenibile per tutto ciò che non è legato all'infezione. L'ultimo bilancio lombardo — reso noto alle 17.30 di 9 marzo 2020 dall'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera — è di 5.469 casi accertati. Sono 2802 le persone ricoverate negli ospedali della Regione e 440 di queste si trovano nei reparti di terapia intensiva. I deceduti sono 333. Infine le persone guarite da Covid-19 sono 646.

Analizzando gli ultimi dati si evince che in Lombardia, rispetto a domenica 8 marzo, si sono registrati 585 nuovi casi. Sono aumentati anche i ricoveri in terapia intensiva (+ 41 unità) e si sono registrati 96 nuovi decessi. Nella città metropolitana di Milano i casi registrati sono 506, 100 in più in 24 ore. All'ombra della Madonnina, invece, ci sono 208 persone positive al virus (37 in più di ieri).

Emergenza Coronavirus, aumentano i posti in terapia intensiva

Continua l'emergenza del Coronavirus e la Regione continua a potenziare i reparti di terapia intensiva. "In 15 giorni siamo riusciti ad aprirne 223 e nel giro di una settimana contiamo di crearne altri 150", ha spiegato l'assessore al Welfare Giulio Gallera durante la conferenza stampa a Palazzo Lombardia.

I posti letto vengono creati ovunque, soprattuto nelle sale operatorie grazie al blocco delle operazioni. E in ogni sala operatorio trovano spazio tre pazienti. Ma la Regione sta investendo anche nei caschi Cpap (caschi respiratori): 1.600 sono a disposizione degli ospedali e nei prossimi giorni ne arriveranno altri 500.

"Il sistema sta reggendo e regge bene. La nostra sfida è quella di creare più posti di quelli non necessari, ma vogliamo che la situazione rallenti", ha precisato Gallera.

Dalla Regione arriva anche l'appello a restare a casa: "Ridurre drasticamente la nostra vita sociale e i nostri spostamenti è l'unico modo che abbiamo per sconfiggere il coronavirus — ha precisato continuato Gallera —. La battaglia contro il coronavirus rischia di essere persa a meno di adottare immediatamente comportamenti virtuosi. Se la quantità di ricoverati continua a crescere come è cresciuta finora, il nostro sistema sanitario non potrà più essere in grado di curare tutti quelli che ne hanno bisogno".

Come sta il paziente 1?

Mattia, il paziente 1 che involontariamente ha sollevato il velo sull'epidemia di Coronavirus in Italia, sta migliorando. La Regione ha annunciato che è stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva: è stato stubato in quanto ha iniziato a respirare autonomamente.

Zona rossa in tutta Italia, Fontana: "Misura ancora insufficiente"

"Un passo necessario ma, temo, ancora insufficiente". È il commento del governatore della Lombardia, Attilio Fontana, dopo l'estensione a tutta Italia della zona rossa decisa dal premier Giuseppe Conte nella serata di lunedì 9 marzo. "I numeri della Lombardia e del resto del Paese ci dicono che il contagio é in continua espansione, con tutte le conseguenze che conosciamo a partire dalla pressione sugli ospedali, in particolare sulle terapie intensive — ha continuato Fontana —. Dall'inizio dell'epidemia sono convinto che solo con sacrifici, anche più importanti, di ciascuno di noi e con la volontà di osservare regole anche più stringenti, si possa superare questa emergenza". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commenta le comunicazioni del premier Giuseppe Conte.

Emergenza Coronavirus: Amazon dona camici e guanti ai sanitari

Occhiali protettivi, mascherine a tre strati, calzari, camici impermeabili, cuffie e guanti in nitrile. È quanto ha donato il colosso dell'Ecommerce Amazon all'azienda regionale di emergenza urgenza. La notizia è stata resa nota da Palazzo Lombardia.

"Desidero esprimere ill mio grazie ad Amazon Italia per il gesto di vicinanza e il sostegno concreto che ha voluto dare alla nostra gente in uno dei più difficili momenti che la Lombardia abbia mai affrontato — ha dichiarato l'assessore della Regione Pietro Foroni —. Sicuramente i dispositivi sanitari donati ad Areu si dimostreranno utilissimi per le necessità più urgenti, che purtroppo al momento sono tantissime e sempre più impellenti".

Gli ospedali per le altre emergenze

"Abbiamo individuato 18 ospedali HUB che si occuperanno dei grandi traumi, delle urgenze neurochirurgiche, neurologiche stroke e cardiovascolari. L’obiettivo è quello di creare maggiore disponibilità negli altri ospedali per pazienti affetti da Covid-19". Lo ha affermato nelle scorse ore l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, illustrando una delibera approvata dalla Giunta straordinaria che si è riunita domenica.

“Sugli ospedali Hub - spiega  Gallera - si concentra l’attività di erogazione delle prestazioni relative alle reti tempo dipendenti (es. infarto, ictus..) e alle patologie le cui cure non possono essere procrastinate. Questi presidi dovranno garantire l’accettazione continua nelle 24 ore di tutti i pazienti che si presentano, potendo anche contare su più equipe disponibili di cui almeno una in guardia attiva, con un percorso separato e indipendente per pazienti affetti da Covid-19 rispetto agli altri pazienti e svolgere la propria attività attraverso la collaborazione di equipe provenienti e messe a disposizione da altri erogatori pubblici e privati accreditati e a contratto”.

In questa situazione di emergenza è stata configurata una riorganizzazione tenendo presente la distribuzione geografica nell’ambito di un sistema fortemente integrato, in grado di agire secondo protocolli condivisi. I tre hub identificati sono: Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda, Spedali Civili di Brescia e Ospedale di Varese. Rimane riferimento per il trauma maggiore pediatrico il CTS Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

La revisione della rete è in funzione delle risorse che in parte sono sovrapponibili alla rete dei traumi maggiori. Inoltre è stato aggiunto alla rete il IRCCS Besta di Milano poiché si è considerata la specificità di alcune patologie oncologiche che necessitano di una sede privilegiata di riferimento. Tali attività sono quantificabili mediamente in 100-120 a settimana e pertanto potrebbero essere centralizzate su 4 strutture ospedaliere.

I Centri hub identificati sono: Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda, Spedali Civili di Brescia e Ospedale di Varese, IRCCS Besta di Milano.

Le malattie cerebrovascolari acute sono una delle principali cause di mortalità, morbilità e disabilità con rilevante impatto sullo stato di salute della popolazione. La revisione della rete ha considerato la struttura sanitaria di prima accoglienza del paziente, il livello della struttura ospedaliera qualificata per trombolisi sistemica e trombectomia meccanica, il criterio di distribuzione territoriale e della disponibilità di posti letto della struttura.

I Centri che sono stati identificati sono: Ospedali Civili di Brescia, IRCCS Humanitas Milano, Ospedale Sant’Anna di Como, Ospedale di Varese, IRCCS San Matteo di Pavia, Ospedale Carlo Poma di Mantova (in collaborazione con equipe di Cremona), Ospedale di Legnano, San Gerardo di Monza, Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda e Ospedale di Lecco.

Per i pazienti autopresentati deve essere considerata la possibilità di trattamento di fibrinolisi in sede e successivo trasferimento.

In Regione Lombardia (con i suoi circa 10 milioni di abitanti) il numero di pazienti che risultano dimessi con diagnosi di STEMI (infarto acuto del miocardio) diagnosticati da Pronto Soccorso sono circa 8000/anno.

I Centri ‘HUB’ identificati in questa situazione di emergenza sono: Ospedali Civili di Brescia, Poliambulanza di Brescia, Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Ospedale di Sondrio, Ospedale di Varese, IRCCS San Matteo di Pavia, Carlo Poma di Mantova, Ospedale di Legnano, San Gerardo di Monza, Monzino, Ospedale San Paolo, Ospedale San Raffaele, Ospedale di Lecco.

Esclusivamente per attività di elettrofisiologia d’urgenza rimane attiva anche la struttura dell’IRCCS San Donato.

Per le urgenze cardiochirurgiche vanno individuate le patologie che devono essere trattate in emergenza urgenza, non procrastinabili per un periodo superiore ai due mesi e che possono accogliere e trattare pazienti provenienti da tutte le cardiologie, cardiochirurgie e dal territorio. I Centri hub hanno la possibilità di accogliere equipe chirurgico-anestesiologiche e personale tecnico-infermieristico specializzato. I Centri che sono stati identificati sono: IRCCS Monzino, Poliambulanza di Brescia, Ospedale di Legnano e Ospedale San Raffaele. Rimane riferimento per la cardiochirurgia pediatrica il IRCCS San Donato per pazienti pediatrici

Sospensione attività ambulatori

“Le attività ambulatoriali - sottolinea  Gallera - comprese quelle erogate in regime di libera professione intramuraria, sono sospese a decorrere dal 9 marzo 2020. Fatta eccezione per l’attività in regime di libera professione intramuraria che rimane comunque sospesa, l’attività ambulatoriale istituzionale, incluso il percorso di presa in carico dei pazienti con patologie croniche, potrà essere mantenuta qualora non vi sia necessità di risorse professionali per assistenza ai pazienti ricoverati sia per Covid-19 che per le altre patologie e anche con modalità alternative idonee a tutelare i pazienti più fragili. Viene comunque mantenuta l’attività per prestazioni non differibili (quali ad esempio chemioterapia, radioterapia, dialisi ecc.), prestazioni urgenti con priorità U o B, prestazioni dell’area salute mentale dell’età evolutiva e dell’età adulta e i servizi sulle dipendenze”. Non rientrino nella sospensione delle attività ambulatoriali gli erogatori accreditati e a contratto che erogano esclusivamente attività ambulatoriale, con esclusione delle strutture ambulatoriali facenti parte di un ente gestore unico con attività di degenza; gli erogatori autorizzati e accreditati non a contratto; gli studi privati di medici, odontoiatri e operatori sanitari.

Costoro devono tuttavia acquisire dai propri professionisti la disponibilità a collaborare nel periodo emergenziale, attivando uno specifico flusso informativo che permetta alle ATS di disporre di tale informazione.

Ripartono le vaccinazioni

Visto il protrarsi dell’emergenza legata al Coronavirus e la contestuale esigenza di proteggere i bambini, da mercoledì 11 marzo sono riattivate le sedute per la somministrazione di ciclo di base esavalente e pneumococco e rotavirus (compatibilmente con la possibilità di somministrazione contemporanea delle altre vaccinazioni), la prima MPRV (morbillo, parotite, rosolia e varicella) e Meningococco C, la seconda dose MPRV e dTP (difterite, tetano e pertosse)/ poliomelite.

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