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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

"Non possiamo morire di Covid, ma nemmeno di fame": Lombardia verso il sì alle riaperture

Giovedì è il giorno della decisione: la regione valuterà le linee guida e darà la risposta

È arrivato il momento delle scelte. Giovedì 14 maggio la regione Lombardia deciderà se dire sì alle aperture di altre attività commerciali - negozi, bar, ristoranti e parrucchieri - a partire dal prossimo 18 maggio, quando potrebbe scattare una sorta di "fase 3" dell'emergenza Coronavirus

L'ultimo a parlarne, in ordine di tempo, è stato il vicepresidente del Pirellone, Fabrizio Sala, che con qualche frase ha lasciato intendere che la bilancia sembra pendere verso il via libera. "In base alle rilevazioni - ha detto mercoledì sera commentando i dati - abbiamo 394 positivi su quasi 11.000 tamponi, il numero dei ricoverati sta scendendo e i guariti sono 1.113". I numeri sono "positivi", sottolineano dalla regione, e arrivano proprio nei giorni immediatamente precedenti alle possibili riaperture. 

"Regione Lombardia sta aspettando che arrivino tutte le regole stabilite dal Governo per prendere decisioni - ha spiegato il numero due della giunta -. Al momento ci sono state comunicate le linee guida indicate con l'aiuto dell'Inail. È molto importante capire come si riapre: non possiamo morire di Covid - ha rimarcato il vicepresidente Sala - ma non possiamo morire di fame". 

"Quindi è giusto riaprire le attività e tornare a condurre una vita normale - ha concluso - sempre combattendo il virus, perché sappiamo che non è ancora stato sconfitto". La scelta ufficiale arriverà soltanto oggi, giovedì, ma verosimilmente, quindi, dal 18 potrebbero rialzare le saracinesche quasi tutte le attività. 

Sullo stesso tema si era già espresso il presidente della regione, Attilio Fontana, che aveva usato toni e modi simili. "Dal 18 maggio - aveva spiegato - i negozi riaprono per scelta del governo, prima di allora dovremo ricevere le linee guida che ci saranno inviate dal governo tramite l'Inail, poi incroceremo le linee guida con dati epidemiologici e avremo la possibilità di fare delle valutazioni, chiedendo al governo di riaprire qualche attività in più".

Quelle "attività in più" dovrebbero essere proprio bar, ristoranti e parrucchieri, chiaramente osservando tutte le nuove norme, tra cui la distanza - necessaria - tra i clienti. "Ci deve essere la garanzia che questa epidemia non riprenda. Il nostro primo interesse sarà di valutare i numeri e le condizioni dell'epidemia. Prima di fare qualunque valutazioni voglio vedere i numeri, se i numeri vanno nella direzione delle ultime settimane e se il contagio è in discesa, si potrà pensare di riaprire qualche attività", aveva proseguito.

Poi il governatore era tornato su un suo vecchio pallino: gli orari scaglionato e i turni di lavoro spalmati su più ore. "Un elemento che aspettiamo, da ormai tre settimane, è l'accordo governo sindacati per dilazionare l'orario riapertura delle attività. Più ancora della riapertura delle attività il vero problema è il trasporto pubblico locale. Il tempo - aveva concluso - inizia a essere molto stretto".
 

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