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Bollettino Coronavirus in Lombardia e a Milano: 95 nuovi contagi e 16 morti

I dati ufficiali sulla pandemia diffusi dal ministero della Salute e da Regione Lombardia

Sono 95 i nuovi pazienti positivi al coronavirus in Lombardia, a fronte di 10.160 tamponi effettuati nelle ultime ore. Tra i 95 nuovi casi, 32 sono stati individuati a seguito di test sierologici e 21 sono catalogabili come ‘debolmente positivi’. I decessi sono 16, 16.691 da inizio epidemia.

Nelle ultime ore sono 330 i guariti-dimessi, 68.201 in totale: 65.915 guariti e 2.286 dimessi. Prosegue il calo degli ospedalizzati: in terapia intensiva ci sono 5 pazienti in meno rispetto a giovedì, per 36 letti occupati in tutta la regione. Negli altri reparti ci sono 231 persone, 10 in meno in una giornata. Venerdì c'erano sono stati 115 nuovi casi di positività al covid-19 in Lombardia. I tamponi effettuati erano stati 9.758, per un totale complessivo di 1.064.173.

Il bollettino di sabato 4 luglio nelle province lombarde

È la provincia di Bergamo con 31 nuovi casi quella che conta il maggior numero di nuovi positivi al coronavirus sui nuovi casi registrati in Lombardia. Segue Milano con 19 pazienti individuati, 3 in città. A Brescia sono 13, così come a Mantova provincia nella quale in settimana è stato individuato un piccolo focolaio. Negli altri territori situazione migliore: a Lodi e Monza e Brianza sono 4 i nuovi positivi, a Como 3, a Cremona e Sondrio 2, a Lecco 1. Pavia e Varese sono a contagio zero.

Bollettino coronavirus, 4 sabato luglio-2

Intanto si cerca ancora di capire se nei mesi precedenti ci sono stati ricoveri anomali negli ospedali lombardi. “I dati che abbiamo analizzato confrontando l’andamento dei ricoveri negli ultimi anni, dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio, l’assenza di polmoniti anomale in Val Seriana e nella provincia di Bergamo prima dell’inizio dell’epidemia”. Lo ha detto Alberto Zucchi, direttore del servizio di epidemiologia dell’Ats Bergamo, in diretta durante la diretta quotidiana di Lombardia Notizie Online.

“Abbiamo approfondito il tema – ha spiegato Zucchi – confrontando il numero delle polmoniti sull’intero territorio bergamasco negli ultimi tre anni. L’analisi è stata eseguita secondo criteri specifici utilizzati dagli epidemiologi, ricostruendo la quantità statistica di ricoveri per una serie di codici di patologia. In questo modo abbiamo escluso le patologie batteriche e di altra natura, restringendo il cerchio a quelle più assimilabili alle polmoniti tipiche da covid-19”.

“Il risultato di questa indagine – ha proseguito l’epidemiologo – dimostra chiaramente che, da gennaio 2017, il trend è sempre rimasto nella norma fino all’inizio della pandemia. Gli andamenti sono corrispettivi alla fase invernale, in cui c’è una stagionalità di presentazione delle polmoniti che rientra nella normalità. I picchi sono invernali di 400 o 500 ricoveri e con attenuazione nei mesi estivi, aspetto del tutto normale. Mentre dopo l’inizio della pandemia i ricoveri sono arrivati anche a 4.000”.

“Stesso discorso – ha aggiunto il dottor Zucchi – vale per l’ospedale di Alzano, dove l’andamento è sovrapponibile a quello provinciale, con pochi casi e senza criticità fino all’inizio dell’emergenza coronavirus. Questi dati, quindi, dimostrano chiaramente che fino a febbraio 2020 nel territorio bergamasco non c’erano particolari anomalie”.

“Adesso – ha concluso Zucchi – la curva sta scendendo quasi ai livelli di sicurezza. Questo decremento, però non deve far abbassare la guardia. È comprensibile che i cittadini siano stanchi, ma è bene continuare a rispettare le distanze, utilizzare le mascherine all’esterno ed evitare assembramenti”.

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