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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Covid-19, +Europa a Gallera: «Metta a disposizione i dati grezzi sull'epidemia in Lombardia»

Interrogazione a risposta immediata di Usuelli (+Europa) all'assessore Gallera

Fornire i dati "grezzi", e tutti quanti, sull'epidemia Covid-19 in Lombardia, mettendoli a disposizione di tutti e soprattutto della comunità scientifica. E' il senso di una richiesta che Michele Usuelli, consigliere regionale di +Europa-Radicali, esprimerà all'assessore al welfare Giulio Gallera in una interrogazione a risposta immediata (elaborata insieme a Nino Cartabellotta di Fondazione Gimbe e Enrico Bucci della Temple University) che verrà presentata alla seduta del consiglio regionale di martedì 9 giugno.

L'obiettivo è quello di aumentare la trasparenza della Regione e, come spiega lo stesso Usuelli, «riportare il confronto tra politica e scienza in una aula parlamentare e non in quella giudiziaria». Avere a disposizione tutti i dati consentirebbe a chiunque di elaborarli concentrandosi sugli indicatori preferiti e sarebbe un passo in avanti anche per la conoscenza della situazione dell'epidemia nella regione italiana più colpita.

«Il question time del 9 giugno - continua Usuelli - offre l'occasione per presentare una richiesta importante poiché, fin dall’inizio dell’epidemia in Lombardia, i vertici regionali hanno diffuso dati su base quotidiana a propria discrezione, tramite aggregazioni che sono evidentemente parziali e non danno certezza di esaustività circa l’elaborazione, e dunque forniscono ben poca sicurezza riguardo l’effettiva diffusione del contagio in regione».

Le discrepanze sui dati dei positivi al tampone

Fra i dati consegnati da Regione Lombardia all’Istituto superiore di Sanità e resi pubblici prima a inizio maggio e poi a fine maggio, ad esempio, prima si comunicava che ad aprile 50 mila persone presentavano i sintomi del Covid-19, mentre qualche settimana dopo si rettificava l’informazione, comunicando che i sintomatici nello stesso mese erano stati 70 mila. «Una discrepanza che, oltre a suscitare il timore che siano stati commessi degli errori nell’elaborazione dei dati, porta anche a temere che l’indice di contagio Rt su cui si sono basate le decisioni per la riapertura delle attività in Lombardia sia stato calcolato in modo errato, potenzialmente mettendo a rischio la salute pubblica».

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