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Giovedì, 25 Aprile 2024
Coronavirus

Coronavirus, quando è iniziata l'epidemia? A Milano tracce di Covid già a fine del 2019

Lo studio dell'Iss: tracce di Sars-Cov-2 nelle acque reflue già il 18 dicembre del 2019

Non il 21 febbraio, giorno del "paziente uno". Ma, presumibilmente, molto prima, almeno un paio di mesi indietro. L'epidemia di Coronavirus a Milano potrebbe essere iniziata a fine 2019, stando a quanto accertato da uno studio in via di pubblicazione dell'istituto superiore di Sanità

I ricercatori hanno analizzato le acque di scarico prese dai depuratori del capoluogo meneghino e le hanno confrontate con quelle raccolte nei mesi precedenti ai primi casi di Covid-19, riuscendo così a isolare tracce del virus Sars-Cov-2. 

“Dal 2007 con il mio gruppo portiamo avanti attività di ricerca in virologia ambientale e raccogliamo e analizziamo campioni di acque reflue prelevati all’ingresso di impianti di depurazione”, ha spiegato Giuseppina La Rosa del reparto di qualità dell’acqua e salute del dipartimento di ambiente e salute dell’istituto superiore di Sanità, che ha condotto lo studio in collaborazione con Elisabetta Suffredini del dipartimento di sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria. “Lo studio - ha chiarito La Rosa - ha preso in esame 40 campioni di acqua reflua raccolti da ottobre 2019 a febbraio 2020, e 24 campioni di controllo per i quali la data di prelievo, tra settembre 2018 e giugno 2019, consentiva di escludere con certezza la presenza del virus". 

Tracce di Codiv a Milano già a dicembre

"I risultati, confermati nei due diversi laboratori con due differenti metodiche, hanno evidenziato presenza di Rns di Sars-Cov-2 nei campioni prelevati a Milano il 18/12/2019".

"Sono stati trovati campioni positivi anche nei mesi successivi di gennaio e febbraio 2020, mentre i campioni di ottobre e novembre 2019, come pure tutti i campioni di controllo, hanno dato esiti negativi”.

“I nostri risultati - ha sottolineato Luca Lucentini, direttore del reparto qualità dell’acqua e salute - confermano le evidenze consolidate ormai a livello internazionale sulla funzione strategica del monitoraggio del virus in campioni prelevati regolarmente nelle fognature e in ingresso agli impianti di depurazione, come strumento in grado di individuare precocemente e monitorare la circolazione del virus nei diversi territori, supportando le fondamentali informazioni della sorveglianza integrata, microbiologica ed epidemiologica. Bisogna evidenziare che il ritrovamento del virus non implica automaticamente che le catene di trasmissione principali che hanno portato poi allo sviluppo dell’epidemia nel nostro paese si siano originate proprio da questi primi casi, ma, in prospettiva, una rete di sorveglianza sul territorio può rivelarsi preziosa per controllare l’epidemia. Attraverso l’attività condotta nei nostri laboratori, si sta sviluppando una rete di sorveglianza ambientale che può già contare sulla disponibilità e affidabilità di strutture sanitarie e ambientali di eccellenza a livello regionale e sull’apporto fondamentale e la collaborazione dei gestori idrici che possono ancor più contribuirne ad uno sviluppo capillare e tempestivo”.  

Un controllo dalle acque reflue

In sostanza, stando alla teoria dell'esperto, tenere sotto controllo le acque reflue può fornire un primo indicatore di potenziali virus in circolo e permettere così alle autorità di intervenire più tempestivamente, bloccando sul nascere possibili epidemie.

“Passando dalla ricerca alla sorveglianza – ha continuato Lucentini - sarà indispensabile arrivare ad una standardizzazione dei metodi e dei campionamenti poiché sulla positività dei campioni incidono molte variabili quali per esempio il periodo di campionamento, eventuali precipitazioni metereologiche, l’emissione di reflui da attività industriali che possono influire sui risultati di attività ad oggi condotte da diversi gruppi. Lavoriamo per dare al paese una rete di sorveglianza insieme ad Arpa e ad Ispra”.

Come muoversi in futuro? “In questo senso - ha concluso Lucia Bonadonna, direttrice del dipartimento di ambiente e salute dell’istituto superiore di Sanità -  abbiamo presentato una proposta di azione al Ministero della Salute per l’avvio di una rete di sorveglianza su SARS-CoV-2 in reflui, e già nel luglio prossimo avvieremo uno studio pilota su siti prioritari individuati in località turistiche. Sulla base dei risultati dello studio pilota, contiamo di essere pronti per la sorveglianza sull’intero territorio nazionale nei periodi potenzialmente più critici del prossimo autunno”. L'attenzione resta altissima.

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