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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus Porta Nuova / Via Marco Polo

Morto il monaco tibetano 'Lama Marco Polo': fondò il centro buddhista di Milano

Gangchen Rinpoche fu promotore del dialogo tra religioni e incontrò Papa Giovanni Paolo II

Tra le vittime ormai tristemente numerosissime del coronavirus c'è anche Lama Gangchen Rinpoche, l'importante monaco tibetano e fondatore del Centro buddhista milanese, che è morto sabato 18 aprile a Verbania. 

Dal Tibet a Milano

Nato nel 1941 in un piccolissimo villaggio del Tibet occidentale, a soli tre anni Gangchen Rinpoche venne riconosciuto come la reincarnazione di un lama guaritore e a cinque entrò come novizio in monastero. Durante la sua vita fu un promotore molto attivo del dialogo tra le religioni e incontrò personalità del calibro di Papa Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta e Kofi Annan.

Dopo la sua formazione in Tibet e India, negli anni '80, il monaco viaggiò in Europa per poi stabilirsi definitivamente in Italia, dove creò il Centro buddhista Kunpen Lama Gancen di Milano, membro dell' Unione Buddhista Italiana, attivo sin dal 1989. Il soprannome da lui tanto amato 'Lama Marco Polo' deriva proprio dal nome della via in cui è situato il centro milanese, che si è poi esteso sul Lago Maggiore, a Verbania, con il nome di Albagnano Healing Meditation Centre, luogo dove il monaco ha trascorso i suoi ultimi giorni.

Nel 2005 il religioso portò a Milano le reliquie di Buddha in una mostra aperta al pubblico in collaborazione con il comune, dopo averle accompagnate in un tour mondiale che terminò alle Nazioni Unite. Aattraverso la Fondazione Help in Action Onlus, inoltre, in Nepal, India, Mongolia e Tibet-China, diede supporto alla costruzione di monasteri, scuole, strade, ospedali e acquedotti, oltre che alla piantumazione di alberi per salvaguardare l'ambiente.

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