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Spettacoli e concerti annullati per il lockdown: perdita secca di 5,3 milioni a Milano

Le cifre della perdita di introiti nel settore culturale, uno dei più colpiti dal lockdown

Più di cinque milioni di euro di introiti persi nella città di Milano tra il 23 febbraio e il 13 aprile: è la stima di Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) sulla perdita per repliche, concerti, spettacoli e manifestazioni annullate per via dell'emergenza sanitaria da Covid-19. Il comparto culturale è tra quelli che hanno subito i più forti contraccolpi dal lockdown: per cinema, teatri, sale concerti e musei la chiusura è arrivata prima che per altre attività. Inoltre questi luoghi saranno, con ogni probabilità, tra gli ultimi a riaprire. E occorrerà vedere quanto le condizioni che verranno previste incideranno sulla redditività economica.

Per gli spettacoli e le manifestazioni, la stima esatta di Agis è di una perdita secca di cinque milioni e 364 mila euro. Per i soli teatri a cui il Comune di Milano riconosce una "funzione pubblica", la perdita è stimata in tre milioni e 307 mila euro per il bimestre di interruzione rispetto ai dati del 2019. Per mostre e musei, la direzione Cultura di Palazzo Marino ha registrato la perdita della prima settimana di lockdown per poi "proiettarla" sulle otto settimane dall'inizio ad oggi, stimando tre milioni e 800 mila euro di mancati introiti.

I dati sono stati forniti da Marco Minoja, direttore del settore Cultura di Palazzo Marino, durante una commissione comunale in video conferenza, venerdì pomeriggio. «Cifre consistenti - ha detto Minoja - che vanno ad incidere su un settore formato, nella sua grande maggioranza, da strutture caratterizzate da una fragilità strutturale e da dati di base finanziaria estremamente leggeri». Alla commissione ha partecipato anche l'assessore alla cultura Filippo Del Corno, secondo cui il Comune «avverte in maniera molto forte» la necessità di un sostegno alle attività del comparto culturale, e ha aggiunto che «ci troviamo di fronte a un tessuto culturale fortemente impoveritosi». Il rischio, soprattutto per le realtà più piccole, è l'impossibilità di riaprire dopo mesi di chiusura totale delle attività. 

Le strategie per il comparto culturale

E nello stesso giorno in cui il Comune ha presentato le sue "strategie di adattamento" per la Fase 2, Del Corno ha annunciato due strumenti per sostenere la cultura milanese. Il primo è l'utilizzo di una parte del Fondo di mutuo soccorso, recentemente costituito dal Comune insieme con la Diocesi con una dotazione complessiva di quattro milioni di euro iniziali. Il secondo proviene dai privati: l'assessore, a questo proposito, ha parlato di «segnali positivi» da parte di imprenditori che vorrebbero donare risorse proprio per sostenere il tessuto culturale della città.

Ancora nessuna cifra precisa, dunque, ma una promessa e un impegno da cui ripartire. Resta sul piatto anche il decreto "Cura Italia", che ha previsto un Fondo Emergenza Spettacolo da 130 milioni di cui 20 a sostegno delle realtà che non avevano ricevuto contributi provenienti dal Fus 2019. E poi due proposte al Governo: un ulteriore Fondo da destinare ai Comuni per la "rinascita culturale" e l'ampliamento dell'Art Bonus (credito di imposta per donazioni al settore culturale) anche alla produzione culturale.

Tra le maggiori criticità delle imprese culturali milanesi, i costi fissi (canoni di locazione, utenze e interventi di manutenzione necessari) e l'interruzione di tutte le attività e servizi già programmati o in corso di realizzazione: non soltanto la messa in scena di spettacoli ma anche la produzione, la comunicazione, la formazione e la didattica.

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