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Siamo inondati di morti, ma i politici si punzecchiano per il consenso

Editoriale - La Regione Lombardia imbastisce sui social un vero e proprio afternoon show; e gli amministratori, di ogni schieramento, non perdono l'occasione di ricordare ai rivali sbavature, errori e difficoltà, in una spirale ridicola e patetica di polemiche. Intanto, il contatore dei morti sta decimando la popolazione del Nord Italia. E se la smettessimo una buona volta?

C'è una vecchia regola non scritta delle pubblicità delle compagnie aeree: non ci si vanta di non aver mai avuto incidenti mortali. Eppure potrebbero farlo in tante. Secondo i dati più recenti, sono in 42. Le più sicure sulla faccia della Terra. Pensate alla Qantas, compagnia di bandiera australiana. Vola nei cieli di tutto il mondo, ma dal 1951 nessuno dei suoi aerei è mai caduto. O l'utilizzatissima Ryanair: nessun loro Boeing, finora, si è mai schiantato. Sarebbe una leva di marketing potente: chi non si affiderebbe con costanza a vettori del genere, dove tutti atterrano sempre sani e salvi?

Tuttavia, nessuno pensa di mettere queste informazioni nei copy. Il motivo principale è molto semplice: scaramanzia. E soprattutto perchè nessuno si sente superiore agli altri. Un incidente aereo può essere somma di decine di circostanze infauste, come l'11 settembre o il dramma della Germanwings, completamente slegate dalle responsabilità delle compagnie. Nessun folle, quindi, si sognerebbe di prendere in giro o dare lezioni agli altri sul "come evitare di sfracellarsi". Quando questi episodi drammatici avvengono, invece, c'è un'immensa solidarietà tra concorrenti e vengono ricostruite minuziosamente le cause del sinistro: tutti cambiano le pratiche che sono andate storte in comune accordo per fare in modo che l'evento non si ripeta più. Ma, prima del termine dell'inchiesta, si lavora a testa bassa in silenzio.

Forziamo un po' i termini. In Lombardia Covid-19 è un incidente aereo e i politici e amministratori, di qualsiasi schieramento, sono le compagnie aeree. Si stanno comportando come dovrebbero, con prudenza e tatto? L'hanno fatto solo all'inizio. Tutti, con calcoli spiccioli e gretti, passati i primi giorni di choc, sanno che è una vetrina irripetibile: mai capiterà di nuovo che siano ascoltati con così tanta attenzione. E spingono sull'acceleratore, consigliati da spin doctor molto furbi ma poco saggi. L'assessore Gallera, giocoforza quello maggiormente sul palco, lascia intendere che potrebbe essere il candidato a sindaco di Milano del centrodestra, poi nega, innescando una polemica a distanza con l'eurodeputato Majorino; il Pirellone si scontra con il Governo sui meriti e demeriti, con la solita, pietosa, spirale di punzecchiature; Sala, dopo aver recuperato sull'errore del "#milanononsiferma", attacca il Pirellone sulla tenuta del sistema socio-sanitario regionale, provocando la replica piccata di Fontana, e così via. Potrei continuare per ore. Nessuno, e ripeto nessuno, di ogni parte politica, riesce a mettere esclusivamente il cappello su quello che ha realizzato per quanto gli compete: deve sempre aggiungere la frecciata, la stilettata, al rivale di turno. E rosicchiare così una fettina di consenso. Con ogni mezzo mediatico. Mai come in questi giorni queste strategie sono scoperchiate. 

La Lombardia, sui propri canali social, per esempio, ha imbastito, con uno sforzo comunicativo abnorme, un vero e proprio afternoon show, con ospiti e servizi di approfondimento sul coronavirus. In una narrazione sfumata, il politico diventa anche intervistatore-conduttore-intrattenitore sui numeri della crisi sanitaria. Una macchina impressionante che racconta quanto di buono stia facendo la Regione. Ma è opportuno? È etico? È accettabile? E soprattutto, quanto davvero di buono ha fatto la Regione? Perchè le letture sono duplici, triplici. Se da un lato l'impresa, in venti giorni, della realizzazione di un ospedale in FieraMilano con 200 posti ha un che di eroico, e non ha pari nella recente storia d'Europa, dall'altro le tattiche di contenimento paiono non aver funzionato, come ricordato ancora una volta da Harvard Business Review. In Veneto meglio della Lombardia. Qui troppi contagiati, troppi deceduti. Responsabilità che va di pari passo a quella del Governo, si dice: ma non possono esserci percentuali di colpe corrette.

Il Covid-19 ha messo la nostra regione, l'Italia e il mondo di fronte a un'unica verità incontrovertibile: nessuno aveva soluzioni preconfezionate efficaci contro la pandemia. Solo avvertimenti, a volte caduti a vuoto, a volte ascoltati. E soprattutto, nessuno può dare lezioni ad altri. Nè i commentatori tuttologi, nè politici ad altri politici. Magari, nelle prossime dichiarazioni, abbassiamo i toni. Ciò che torna a proprio vantaggio ora, forse tra una settimana si ripresenta come una mazza d'acciaio sui denti. Vedi l'"aprite tutto". Mordiamoci la lingua. Ognuno stia nel suo. Lo dobbiamo al sacrificio di medici, infermieri, operatori sanitari. E soprattutto a quell'elenco interminabile di morti che, giorno per giorno, sta dilaniando migliaia di famiglie lombarde.

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