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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Fedez e l'abbraccio con Diego, salvato dalla 'sua' terapia intensiva e dal trapianto record

L'incontro tra il rapper e il 18enne che ha ricevuto un trapianto di polmoni dopo il Covid

L'abbraccio più bello, anche se a distanza di "sicurezza". Gli occhi che svelano il sorriso nascosto dalla mascherina. E poi quel muscolo mostrato come a voler dire, con i gesti, che ci vuole ben altro per batterlo. Sì perché Diego, un ragazzone di 18 anni, negli ultimi due mesi ha combattuto contro quel mostro chiamato coronavirus e ha vinto. Ha passato quasi due mesi in terapia intensiva, è stato sottoposto a un trapianto mai tentato prima e alla fine ne è uscito vincitore. 

Una vittoria che ieri il 18enne ha festeggiato con Fedez, che ha voluto fargli visita al Policlinico nell'ultimo giorno prima delle dimissioni dall'ospedale. "Le nostre vite si sono incontrate grazie ad uno di quegli intrecci che solo l’imprevedibilità della vita ci può regalare", ha raccontato su Instagram il cantante che, insieme a sua moglie Chiara Ferragni, ha raccolto circa 3 milioni di euro per allestire una terapia intensiva al San Raffaele, la stessa in cui Diego è rimasto per 57 giorni. 

"In questa storia è come se ci fossimo dentro un po’ tutti noi, questo ragazzo è stato tenuto in vita grazie alla terapia intensiva che abbiamo costruito insieme ed è stato salvato grazie ad un intervento di trapianto di polmoni mai fatto prima in Europa su un paziente Covid - ha proseguito Fedez, che nelle stories è apparso visibilmente commosso ed emozionato -. Domani verrà finalmente dimesso, gli aspetta un periodo di riabilitazione ma è un ragazzo forte e mi sento di dire che il peggio è passato. Mandategli un sacco di energie positive perché ci siamo promessi che a Settembre andiamo a berci una birra insieme, per brindare alla salute di tutti noi. E voglio dirvi grazie dal profondo del mio cuore - ha concluso il rapper milanese - perché senza di voi tutto questo non sarebbe stato possibile".

La storia di Diego

Il calvario del 18enne, avevano raccontato nei giorni scorsi dal Policnico, era iniziato il 2 marzo, quando lui era da poco diventato maggiorenne. Il giovane, senza nessuna patologia pregresse, inizia ad accusare una febbre alta e nel giro di quattro giorni viene ricoverato nella terapia intensiva realizzata alla tensostruttura del San Raffaele, nata proprio per rispondere all'emergenza Covid. 

Dopo due giorni la situazione precipita ulteriormente: Diego ha bisogno di essere intubato mentre - avevano raccontano dal Policlinico - "il virus non smette di fare danni e compromette i polmoni del ragazzo così tanto che il 23 marzo i medici dell'Unità di Terapia Intensiva cardiochirurgica del San Raffaele lo devono collegare alla macchina Ecmo per la circolazione extracorporea". 

Anche questo, però, non basta e i dottori si rendono conto che i suoi polmoni "si sono compromessi irrimediabilmente, non si torna più indietro". Così quel 18enne in salute, sano, resta in vita soltanto grazie alle macchine. 

Il trapianto e il "salto nel vuoto"

A metà aprile arriva il primo barlume di speranza: in un confronto con gli esperti della chirurgia toracica e trapianti di polmone del Policlinico, diretti da Mario Nosotti, si decide di tentare un'ultima strada, quella di donare al 18enne dei polmoni nuovi. Una via disperata, mai praticata prima in Europa - negli stessi giorni un intervento simile sarà eseguito a Vienna -, che gli stessi medici definiscono "un salto nel vuoto".

L'idea e la voglia di realizzare il miracolo ci sono, ma la strada non è semplice. perché "gli ospedali sono impegnati con la pandemia e ogni procedura, anche la più banale, ha bisogno di attenzioni e cautele finora impensabili". Ma la macchina sanitaria si mette in moto e, dopo la valutazione positiva, il giovane viene inserito in lista d’attesa urgente nazionale il 30 aprile.

Pochi giorni dopo sembra esserci un donatore disponibile, ma risulta quasi subito non idoneo, mentre Diego continua a peggiorare e “le sue riserve – aveva commentato Nosotti – sembravano ormai prossime alla fine”. Ma all'improvviso ecco il miracolo: viene individuato un organo idoneo, donato da una persona deceduta in un’altra Regione e negativa al coronavirus, e viene immediatamente predisposto il prelievo e il trasporto dei polmoni a Milano. 

L'intervento, difficilissimo, riesce alla perfezione: Diego supera tutti gli scogli e sconfigge il virus. E quel muscolo mostrato insieme a Fedez ne è la prova. 

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