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Test privati e contagi, Sala 'contro' la regione: "Quali sono i numeri? I test non erano inutili?"

Il primo cittadino si rivolge al presidente di regione Lombardia, Attilio Fontana, e al ministro

Una richiesta, l'ennesima, di maggiore chiarezza sui numeri. E una provocazione, abbastanza evidente, sui test sierologici. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, "sfida" regione Lombardia e chiede risposte al presidente Attilio Fontana e all'assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera. Nel corso dell'ormai consueto video "buongiorno da palazzo Marino" per fare il punto sull'emergenza Coronavirus, il primo cittadino ha posto alcuni interrogativi al Pirellone, tirando in mezzo anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. 

"Le regioni sono previste dalla Costituzione, ma di fatto nascono nel 1970 - ha esordito il sindaco, con un excursus storico -. Nel 2012 il titolo V definisce con esattezza i loro poteri e di tutti gli enti locali. Alle regioni attribuisce quello principale a mio avviso, quella della tutela della salute pubblica. Faccio questa premessa - ha poi chiarito Sala - perché voglio tornare a parlare dei test sierologici perché ieri regione dice che c'è un'apertura affinché i privati facciano i test, dicendo che se li pagano loro e che se ne prendono la responsabilità". 

Quindi, ecco il primo attacco: "È un po' bizzarro pensando alle parole dell'assessore Gallera - ha ricordato il sindaco - che pochi giorni fa dice «invito tutti a non farli, li ritengo inutili». E però - la provocazione di Sala - se lo fanno i privati possono essere utili, chissà?". Poi l'altro tema: "A proposito di bizzarrie ce n'è un'altra. Il testo unico dice una cosa importante sul ruolo del sindaco: è responsabile della condizione di salute della della popolazione del suo territorio, ma lo è non avendo nessun potere - ha recriminato Sala -. Oggi i miei cittadini mi chiedono di fare il test e sono tanti i dipendenti del comune che mi dicono «io rientro al lavoro se caro sindaco mi fai il test». Capite il mio imbarazzo?".

"Vorrei fare due domande - ha proseguito il primo cittadino -. La prima a Fontana e al ministro Speranza: «Ci fate chiarezza su cosa esattamente pensate di questi test?»". E ancora: "In più al ministro chiedo: «Ma come è possibile che se un cittadino italiano è lombardo o veneto ha un trattamento diverso?»". La seconda domanda è invece "al mio collega Fontana che dice che riapriremo sulla base dei dati epidemiologici". Ma, ha chiesto Sala, "quali sono questi dati?". 

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