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Coronavirus, Gallera scarta l'idea della "zona rossa" per Milano: "Non c'è un dato di criticità"

L'assessore al Welfare a Mattino 5: "Più positivi perché facciamo più tamponi". Le sue parole

Il 22 aprile + 161, il 21 + 246, il 20 + 160. E ancora: il 19 aprile + 128, il 18 + 95 e il 17 + 166. Sono i numeri che fotografano l'andamento dei contagi da Coronavirus nella sola città di Milano. Allargando lo sguardo a tutti i comuni della città metropolitana il trend cambia di poco: si va dal +480 di mercoledì al + 325 del 17 aprile, con in mezzo tutti aumenti che oscillano tra i 408 del 21 e i 269 del 18.

Numeri e grafici alla mano, insomma, la curva di Milano sembra essere quella in regione che fa più fatica a tendere decisamente e definitivamente verso il basso, come nei giorni scorsi hanno più volte confermato i vertici regionali spiegando che la città della Madonnina "preoccupava" ancora un po'. 

"Più contagi perché più tamponi"

Proprio di questo giovedì mattina, ai microfoni di Mattino 5, ha parlato l'assessore al Welfare, Giulio Gallera, che ha dato una sua spiegazione. "Quei dati risentono dell'ampliamento delle categorie a cui vengono fatti i tamponi - ha sottolineato -. come operatori sanitari che hanno solo 37.5 di temperatura, operatori delle Rsa". 

In sostanza, quindi, l'assessore si è "difeso" spiegando che i casi aumentano perché stanno aumentando le persone sottoposte al tampone. 

Milano zona rossa? 

Lo stesso Gallera ha poi detto la sua su un'ipotetica "zona rossa" a Milano in vista della ormai prossima fase 2, che dovrebbe partire il 4 maggio. "I nostri ospedali liberano posti letto, le terapie intensive anche, al pronto soccorso ci sono molte meno persone con sintomi da Covid e in forma più lieve - ha spiegato -. Il dato empirico più importante è quello sul polso degli ospedali e da lì non ci ritorna un dato di criticità da immaginare una zona rossa, siamo in una fase diversa", ha assicurato. 

Infine, un passaggio sulla ripartenza: "Dobbiamo ascoltare la scienza, muoverci con prudenza. I risultati sono importanti ma il rischio che riprenda il contagio c'è - ha ammesso Gallera -. Parliamo di riapertura graduale", con delle "settimane di assestamento" sui movimenti dei cittadini tra le varie regioni d'Italia.

"Ma non è pensabile - ha concluso l'assessore - che per molti mesi rimaniamo che non si può andare da una regione all'altra". 

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