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8 marzo, imbrattata (e già ripulita) la statua di Montanelli: "In Etiopia fu un pedofilo"

Il giornalista sotto accusa per avere comprato una sposa bambina quando era sottotenente in Etiopia negli anni '30

E' stata ripulita sabato mattina dagli addetti dell'Amsa la statua di Indro Montanelli posta nei pressi di una delle entrate dei giardini pubblici di Palestro-Porta Venezia, dedicati al giornalista. La statua era stata imbrattata con vernice rosa nel pomeriggio di venerdì 8 marzo in occasione della parata organizzata da Non una di Meno per la festa della donna.

Ed è polemica. Silvia Sardone (consigliera comunale e regionale del gruppo misto) l'ha definito "un gesto vergognoso" e ha aggiunto che "fare battaglia per i 'diritti' delle donne con questi gesti incivili squalifica qualsiasi protesta". Gli organizzatori del corteo Non una di Meno, al contrario, nella loro pagina Facebook 'rivendicano' il significato simbolico dell'imbrattamento pur condannandone l'atto in sé in quanto vandalico.

Montanelli e la moglie-bambina in Etiopia

Montanelli, infatti, quando 26enne negli anni '30 era sottotenente nella guerra d'Etiopia, comprò una moglie locale pagando il padre della ragazza in base a un contratto che oggi potremmo definire simile al leasing, e che tecnicamente si definiva "madamato"; e in seguito si giustificò affermando che gli ascari avevano "l'usanza di combattere con la moglie al seguito". Piccolo dettaglio: la moglie etiope del giornalista aveva 12 o 14 anni, a seconda delle fonti, e lo stesso Montanelli non nascose mai il fatto, spiegando che le mogli dei soldati raggiungevano i mariti ogni 15 giorni. 

L'ex fondatore del "Giornale" fu sempre messo sotto accusa per questo episodio. "La parata - si legge nel profilo Facebook di Non una di Meno - ha visto un gesto simbolico, una secchiata di vernice rosa, sul monumento commemorativo di chi aveva calpestato i diritti delle donne. Un atto di vandalismo che va condannato, ma la vernice è già andata via questa mattina grazie all'intervento di alcuni operatori. Quello che non va via è invece l'orrore di cui Montanelli si rese protagonista".

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