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Dati sanitari, saranno accessibili agli enti di ricerca (con attenzione alla privacy)

La novità in Lombardia: 900 milioni di dati dei cittadini della regione, anonimizzati e generalizzati, saranno accessibili ai ricercatori

Le informazioni sanitarie dei lombardi sono messe a disposizione dei ricercatori: lo stabilisce una delibera del 2 agosto ("accesso ai dati del DataWareHouse regionale") che sancisce un'apertura storica. Un archivio informatico di 900 milioni di dati su analisi mediche, farmaci, ricoveri in ospedale e tanto altro, che ora viene "aperto" alla ricerca scientifica. Anche se, viene chiarito, non ci sarà un reale passaggio di informazioni dall'archivio ai ricercatori, che invece potranno consultarli in un ambiente protetto senza poterli copiare su propri supporti.

La privacy è infatti, con tutta evidenza, l'elemento più critico di questa operazione. Ai dati avranno accesso soltanto università e istituti di ricovero e cura (Irccs) lombardi, pubblici e privati, che dovranno avanzare una richiesta alla Regione la quale, poi, una volta accettata la richiesta, sovrintenderà a tutta la ricerca. Non solo, ma l'ente titolare dell'attività non potrà commissionare alcunché a enti esterni. La validità di questo accredito sarà di 5 anni.

Il mondo della ricerca scientifica attendeva da molto tempo questa apertura, la cui condizione essenziale è che i dati siano resi in forma totalmente anonima, in modo che nessuno possa identificarli. Ma l'anonimato a volte non basta: con la data di nascita, il sesso e la residenza si può arrivare all'identità di una persona incrociando questi tre dati con quelli degli uffici anagrafe. Un'eventualità che in questo caso non dovrebbe mai accadere, ma non si sa mai: così, probabilmente, la Regione non fornirà, per esempio, la data 

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