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Il caso della 500 'incastrata' a San Babila, la fondazione: 'Plagio'. L'agenzia: 'Una casualità'

La Fondazione Trussardi ha definito l'installazione dell'agenzia creativa un plagio di "Short cut" di Michael Elmgreen & Ingar Dragset. Il direttore dell'agenzia ha replicato: "Non conoscevo l’opera"

Da una parte una installazione, dall'altra un'opera d'arte. Da una parte una agenzia creativa, dall'altra una Fondazione. Da una parte una Fiat Cinquecento che sbuca dal porfido di Piazza San Babila, dall'altra una Fiat Uno (che traina una roulotte) mentre sbuca dai mosaici della Galleria Vittorio Emanuele.

In mezzo sedici anni: quelli che separano Short Cut, opera degli artisti della coppia di artisti Michael Elmgreen & Ingar Dragset — prodotta e presentata dalla Fondazione Nicola Trussardi — dall'installazione dell'agenzia creativa Ki-Energia per annunciare l'inizio dei lavori di ristrutturazione dell'ex Garage Traversi.

E la fondazione Trussardi, attraverso una nota, ha attaccato l'agenzia che ha prodotto l'installazione: "È un chiaro plagio dell'opera".

“Short Cut”, l'installazione in Galleria Vittorio Emanuele

L'opera di Michael Elmgreen & Ingar Dragset, in Galleria Vittorio Emanuele dal 7 maggio al 4 giugno 2003, si componeva di una Fiat Uno che trainava una roulotte mentre sbucava dal pavimento dell'Ottagono. "Metafora del turismo globale ma anche simbolo della precarietà del mondo di oggi, l’installazione Short Cut [Scorciatoia], 2003, racconta un universo in movimento che si sposta lungo rotte imprevedibili e destinazioni fantastiche", si legge nella descrizione pubblicata sul sito della Fondazione Trussardi.

Sempre davanti all'opera d'arte in galleria campeggiavano i ghisa. "Non è da escludere che la scena sia stata ricostruita dall’agenzia proprio basandosi sulle foto dell’installazione della Fondazione", conclude la nota della Trussardi.

L'agenzia: "Nessun plagio"

"Ovviamente non conoscevo l’opera — replica Pietro Bona, direttore creativo di Ki - Energia Creativa, interpellato da MilanoToday —. Il processo logico/creativo della nostra installazione è strettamente legato alla prossimità con il cantiere Garage Traversi e l’obbiettivo era di arrivare nella piazza per farsi vedere e conoscere. È così che abbiamo pensato di scagliare dall’interno del cantiere, strappando il telo di copertura, l’ultimo reperto rimasto. E perché non celebrare a questo punto, oltre al tramonto del garage, anche un’altra icona della nostra storia come la 500? I Ghisa? Ci troviamo sulla scena di un incidente stradale e abbiamo bisogno di qualcuno che spieghi il link con il garage... chi altro se non loro?".

"Un processo credo un po’ complesso da articolare a ritroso, partendo cioè dall’idea di plagiare qualcosa di già esistente — conclude —. Oltre a ciò, che spero già chiarisca la nostra posizione, una cosa è parlare di forma, un’altra di contenuto: se per pura casualità in questo caso la forma coincide, non credo che il messaggio di quell’opera nascesse con lo stesso scopo".

La riqualificazione del palazzo

L'installazione in Piazza San Babila ha lanciato il tema della riqualificazione dell'ex Garage Traversi e dell'edificio che lo ospita. Il palazzo realizzato dall'architetto Giuseppe De Min, infatti, rinascerà nei prossimi mesi. All'interno dll'edificio sorgeranno diversi negozi di prestigiosi marchi d'abbigliamento, uno showroom, un ristorante e - questo il pezzo forte - una Spa all'ultimo piano con terrazza e vista sulla città. I lavori sul palazzo - alto 25 metri e grande 5mila metri quadrati - prevedono un investimento di circa trenta milioni di euro. 

Lo storico parcheggio multipiano, inaugurato nel 1938 in via Bagutta, era chiuso ormai da quindici anni e rimaneva soltanto parzialmente attivo per la presenza  di un outlet. Dopo che la struttura è stata acquistata da Bnp Paribas per conto del fondo inglese di private equity Hayrish, la Soprintendenza alle Belle Arti ha dato il via libera definitivo al progetto di riqualificazione.

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