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Milano, il comune non riconosce le bimbe di due padri gay: "Qui sono figlie di nessuno"

Lo sfogo dei due padri: "In Italia non hanno genitori". La difesa di palazzo Marino

Quando hanno presentato la loro richiesta erano praticamente certi che quel pezzo di carta lo avrebbero avuto subito. Anche, e soprattutto perché, la strada tracciata dal comune di Milano - che aveva fatto quasi da apripista - era proprio quella lì. E invece, non stanza stupore e delusione, hanno dovuto fare i conti con una realtà ben diversa. 

Palazzo Marino si è rifiutato di trascrivere un atto di nascita di due gemelline venute alla luce negli Stati Uniti da due padri omosessuali. Le piccole sono nate a dicembre scorso con la gestazione per altri e sono regolarmente cittadine americane, ma, almeno per ora, non hanno la cittadinanza italiana. 

"Mentre sul loro passaporto americano sono registrate come figlie sia mie che di mio marito, in Italia non hanno genitori", lo sfogo al "Corriere della Sera" di uno dei papà, un professionista 40enne. 

"La conseguenza è che le bimbe non solo non sono cittadine italiane, nonostante siano figlie di due italiani, ma hanno difficoltà ad accedere all’assistenza sanitaria e agli asili nido. Quando abbiamo fatto richiesta al Comune eravamo fiduciosi che la nostra famiglia sarebbe stata riconosciuta, visto la presa di posizione pubblica del sindaco e i precedenti che riguardavano altre coppie, anche di uomini - ha spiegato il papà, che si è rivolto dagli avvocati di Rete Lenford -. Questo rifiuto ci ha riempito di amarezza. Soprattutto, non riusciamo a spiegarcelo: perché le madri sì e noi no?". 

E in effetti a novembre scorso era stato il sindaco Sala in persona a registrare nove bambini, tutti figli di due madri. Già all'epoca, però, erano emersi alcuni problemi per i piccoli con due padri ed evidentemente quei problemi non sono mai stati risolti. "Il Ministero dell’Interno non si è ancora espresso sulla tematica oggetto delle istanze di trascrizione degli atti di nascita con paternità omosessuale - la difesa ufficiale del comune - e ha invece interessato l’Avvocatura di Stato". 

I due papà non hanno perso le speranze. "Speriamo che il Comune e il sindaco tornino sui loro passi. Sui diritti dei bambini non dovrebbero esserci tentennamenti, mentre il Comune di Milano - l'amara conclusione del 40enne - finora li ha lasciati orfani e stranieri in patria". 

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