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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Porta anche la firma del Politecnico di Milano la fotocamera ai raggi x più veloce al mondo

La fotocamera è in grado di fotografare atomi e molecole.

Una super "macchina fotografica" in grado di fotografare atomi e molecole. Si è conclusa nella giornata di mercoledì 7 agosto all'European XFEL di Amburgo, una struttura di ricerca dove si generano flash di raggi X ultra intensi e ultra corti, la messa a punto del rivelatore DSSC (DePFET Sensor with Signal Compression). Si tratta della fotocamera per raggi X di bassa energia più veloce al mondo che rivoluzionerà il modo di studiare la materia a livello atomico e molecolare. Una tecnologia che porta la firma anche del Politecnico di Milano. 

Come funziona la super "macchina fotografica"

L'oggetto d'indagine viene posto tra la sorgente di scatti luminosi (emessi all'elevatissima frequenza di ripetizione di 4,5 milioni al secondo) e il rivelatore, che riesce "a captare con precisione ciascuno dei fotoni diffusi nell'impatto", spiegano in una nota i ricercatori del Politecnico di Milano, che hanno collaborato allo studio. Un singolo impulso di luce ha una durata di poche decine di femtosecondi, ma è sufficiente affinché il rivelatore possa registrare un'immagine caratteristica del campione in analisi. Tuttavia, per  studiare efficacemente oggetti tanto minuscoli, non è sufficiente  un'unica "fotografia" con raggi X ma una serie scattata a intervalli ravvicinatissimi che finora non aveva una 'pellicola' capace di fissare 4,5 milioni di immagini al secondo prodotte da raggi X a bassaenergia.

Un "enorme passo in avanti, se paragonato alla precedente generazione di sorgenti e rivelatori di raggi X, che moltiplicherà il numero di analisi possibili in tempi incomparabilmente più brevi", affermano dal Politecnico di Milano. Il rivelatore Dssc commissionato e installato all'European Xfel consentirà non solo di 'vedere' oggetti piccoli come atomi e nano-strutture biologiche, ma anche di filmarne l'evoluzione temporale.

La tecnologia sviluppata dal Politecnico

Il team del Politecnico di Milano, costituito da Andrea Castoldi, Carlo Fiorini e Chiara Guazzoni, ha coordinato in particolare lo sviluppo dell'elettronica di lettura a basso rumore e la calibrazione del rivelatore.

"La sfida di realizzare un rivelatore di immagini con prestazioni ben oltre la frontiera attuale - spiega Andrea Castoldi, del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano e associato all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, responsabile del team del consorzio per la calibrazione del rivelatore - è stata un'esperienza importante e stimolante per tutti noi. Aver dimostrato la capacità di registrare a tale velocità immagini di raggi X a bassa energia con risoluzione di singolo fotone è un passo significativo - conclude - che consentirà di sfruttare appieno le nuove tecniche di indagine con impulsi ultra corti".

Il rivelatore di immagini è frutto di oltre un decennio di ricerca e sviluppo di un consorzio internazionale, coordinato dall'European Xfel e guidato da Matteo Porro, ex-dottorando del Politecnico di Milano. Oltre al Politecnico, gli altri partner del consorzio sono Desy, Università di Heidelberg, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Università di Bergamo.

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