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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Call center trasferito in Serbia: partono i licenziamenti, a casa anche una donna incinta

La Bravo Solution Italia sposta il proprio call center in Serbia. La denuncia della Cgil

Addio call center. Addio lavoro. Tre lavoratori sono stati licenziati nei giorni scorsi dalla Bravo Solution Italia, multinazionale con duecento dipendenti - sede in via Rombon a Milano - che fornisce servizi informatici. 

I tre - stando a quanto denunciato dalla Cgil - hanno ricevuto le lettere di licenziamento in tronco tra venerdì 25 gennaio e lunedì 28 "dopo anni di anzianità in azienda". Il motivo - evidenzia il sindacato - va ricercato nella "delocalizzazione delle loro mansioni presso un nuovo call center in Serbia". 

"Nel 2018 alcuni lavoratori avevano contattato la Fillea Cgil preoccupati per la situazione ed in particolare per il subentro della nuova proprietà a marchio Jaggaer e per i primi segnali di delocalizzazione - ricostruisce la sigla sindacale -. La Fillea si è immediatamente attivata per procedere con l’elezione della Rsu e l’avvio di un tavolo per le relazioni sindacali, novità assoluta per questa azienda". 

Licenziata una donna incinta 

Una novità che, però, evidentemente non è servita. "Durante gli incontri è stato chiesto più volte alla direzione risorse umane di chiarire la situazione, con particolare riferimento al Market Operation Center per il quale erano stati  aperti degli uffici equivalenti in Serbia, con relativa assunzione di personale in loco - recrimina la Cgil -. L’azienda ha sempre rassicurato la Rsu, negando l’intenzione di ridimensionamento dell'organico, intanto però i lavoratori serbi venivano formati e gradualmente resi operativi su alcune funzionalità di base svolte fino a quel momento dai lavoratori della sede italiana".

E invece a fine gennaio la mazzata. A restare a casa - fa sapere il sindacato - saranno "anche una donna in stato di gravidanza e un appartenente alle categorie protette". In loro difesa mercoledì mattina tutti gli altri dipendenti hanno deciso di fermarsi per un'ora, scioperando dalle 10 alle 11 in segno di solidarietà con i colleghi. 

"Legge rispettata" 

Neanche quello, però, potrebbe bastare. "L’azienda - si legge ancora nella nota della Cgil - ha dichiarato di aver rispettato i termini di legge e di non essere disponibile ad intraprendere nessuna trattativa. La Rsu rivendica il diritto ad un confronto schietto, pretende di avere interlocutori credibili e affidabili: non è possibile operare nell’interesse dell’azienda e dei lavoratori se non si condividono in modo trasparente le scelte che riguardano il futuro della stessa".

"Siamo preoccupati - concludono dal sindacato - che questo sia solo l’inizio di una fase di ulteriori licenziamenti, per questo siete tutti chiamati a partecipare allo sciopero", termina la nota.
 

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