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Furto alla Rinascente, la testimonianza dell'addetto: ecco perché Marco Carta resta indagato

Il giudice non ha convalidato l'arresto per il cantante, che però è ancora accusato di furto in concorso. Lui: "Totalmente estraneo ai fatti"

La notizia ha fatto il giro d'Italia. Parliamo dell'arresto di Marco Carta a Milano, presso la Rinascente, venerdì sera per il furto di sei t-shirt per un valore complessivo di 1.200 euro mentre il cantante usciva dal grande magazzino insieme all'amica Fabiana Muscas (chi è). I due sono stati bloccati da un addetto alla sorveglianza dopo che il sistema di antitaccheggio aveva suonato. I vigili urbani giunti sul posto hanno fatto il resto, arrestando entrambi e ponendoli ai domiciliari fino all'udienza di convalida che si è tenuta sabato pomeriggio.

Ma all'udienza il giudice ha convalidato l'arresto soltanto per la donna (non disponendo però misure cautelari), nella cui borsa erano presenti fisicamente le sei magliette ( e un cacciavite), e non per l'artista. Che resta, tuttavia, indagato insieme all'amica. Il processo si svolgerà il 20 settembre.

Il cantante, uscendo dal Tribunale, si è dichiarato totalmente estraneo ai fatti: «Le magliette non le ho rubate io e lo hanno visto tutti», affidando poi una sua riflessione a un post su Facebook e Instagram («un vecchio proverbio diceva "male non fare, paura non avere". Ho continuato a ripetermelo in attesa di vedere il magistrato e ho fatto bene a ripetermelo e ad aver fiducia nella magistratura che ha riconosciuto la mia totale estraneità ai fatti»). Il suo avvocato ha confermato questa versione. La donna pare si sia assunta la responsabilità del furto. Ma perché, allora, è finito anche lui nel tritacarne e, per ora, in parte ci rimane da imputato? Se lo chiedono tutti, e la risposta è nelle testimonianze raccolte dagli agenti di polizia locale sul posto.

"Pedinati" nel grande magazzino dall'addetto

Nel verbale d'arresto viene riportata in particolare la testimonianza di un addetto alla sicurezza della Rinascente, venerdì sera particolarmente affollata (e aperta fino all'una di notte) per gli sconti del black friday primaverile. L'addetto ha dichiarato di avere notato Carta e l'amica aggirarsi tra gli scaffali al primo piano, prendere le magliette e salire poi al terzo piano verso i camerini. All'interno degli stessi, la donna dall'esterno ha passato le magliette a Carta una per una e infine la borsa, poi il giovane è uscito senza le t-shirt in mano.

In seguito i due sono saliti al quarto piano, dove si trovano i bagni per il pubblico, e Carta è entrato e uscito in fretta. Poi si sono recati al secondo piano a prendere due costumi che hanno regolarmente pagato alle casse, infine hanno imboccato l'uscita, dove però l'allarme è suonato. Alle magliette era stato tolto l'antitaccheggio, ma non la placchetta flessibile. Successivamente, nei bagni del quarto piano sono state trovate le placche antitaccheggio rigide. 

Sembra che sia questa testimonianza ad avere procurato anche a Carta l'arresto, nonostante le magliette fossero nella borsa della donna che era con lui. E a farlo restare imputato di furto in concorso, in attesa delle immagini di sorveglianza che la polizia locale ha acquisito e sta esaminando. E che confermeranno o smentiranno la versione dell'addetto.

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