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Centenaria milanese muore a 106 anni: la figlia, 80 anni, si spegne poco dopo

Si è spenta qualche giorno fa, a 106 anni, la decana dei magentini, Albina Scotti. Appena dopo la sua scomparsa anche la figlia, 80 anni, è deceduta

Si è spenta qualche giorno fa, a 106 anni, la decana dei magentini, Albina Scotti. Appena dopo la sua scomparsa anche la figlia, 80 anni, è deceduta.

La notizia è data dal presidente della Pro Loco di Magenta Pietro Pierrettori. Un'intera comunità è in lutto per quella famiglia conosciuta e apprezzata. Con una centenaria che non mancava di regalare perle di saggezza e sapienza a tutti.

"Tristezza infinita - scrive Pierrettori in una nota -. Non sono trascorsi neppure una quindicina di giorni e la "decana" dei Magentini, Albina Scotti di 106 anni, è stata raggiunta dalla figlia, Giuditta Rolla. Abbiamo avuto il piacere di conoscere queste due donne durante gli auguri di Natale che la Pro Loco tradizionalmente porta ai Magentini più longevi, con Sindaco e Parroco. Ci siamo visti per quattro Natali e Albina ci incantava con la grinta di chi, a 106 anni, leggeva senza occhiali, cuciva a macchina con la "Singer" (a pedali) portata in dote e ..comandava a bacchetta la figlia, sorvegliandola dalla finestra, su come doveva svolgere i lavori nell'orto (quelli non riusciva più a farli). Sosteneva, con orgoglio, che i medici dovevano starsene lontani da quella casa. Mai erano entrati e mai sarebbero entrati. Solo la morte era contemplata .."..La mort l'è in sül tecc, la guarda no ne’ giuin ne’ vecc..”! (la morte aspetta sul tetto senza badare all’età del chiamato)".

"Questa dei medici era una affermazione quasi assurda nei confronti della figlia, Giuditta che ha passato la vita ad assistere i due medici “storici” di Pontevecchio, Rolla e Garavaglia. Alle battute che la mamma ci faceva a getto continuo, la figlia sorrideva con uno sguardo dolce e carico di amore. Al di là degli auguri, erano gustosi siparietti di saggezza popolare, di buon dialetto e grande stimolo per la vita", prosegue.

"Quando ho saputo della malattia di Giuditta, ho provato un moto di ribellione verso la vita che, beffardamente, aveva portato una madre ben oltre il secolo per rischiare di privarla della figlia, che l’aveva accudita e custodita. Ma forse qualcuno ha accolto le preghiere e i timori di Giuditta. Confidava a Don Giuseppe, che l’ha accompagnata nell’ultimo viaggio, di sperare che la mamma morisse prima di lei. No, non per egoismo, ma per non darle un così grande dolore, andandosene per prima. Hanno fatto in modo che, dal suo letto, ascoltasse via radio, il funerale della mamma. Come ha ricordato il Prevosto, stamattina, durante il funerale, Giuditta, a quel punto, serenamente, si è lasciata andare. Le ringrazio di averle incontrate nella vita, e le ricorderò", conclude. 

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