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"...Questo non è amore": la polizia di Milano in campo per aiutare tutte le donne maltrattate

Presentata a Milano la brochure "...Questo non è amore" sulla violenza di genere. Foto

Orecchie sempre pronte ad ascoltare, braccia sempre aperte verso chi sta vivendo un incubo, mani per accarezzare - anche solo idealmente - una persona che non sa più dove rifugiarsi. A Milano la polizia scende in campo, di nuovo, per aiutare le donne vittime di violenza. 

Venerdì mattina, a due giorni dalla giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, è stata presentata "... Questo non è amore", una brochure ideata e promossa dalla Direzione centrale anticrimine del Dipartimento della pubblica sicurezza che si pone l'obiettivo di diffondere una nuova cultura di genere e aiutare le vittime di violenza a vincere la paura di denunciare.

Sì perché il vero cambio di passo necessario è quello: le forze dell'ordine devono rappresentare per chi sta soffrendo un approdo sicuro, un porto in cui arrivare e sentirsi tranquilli. 

"Dietro a ogni storia ci sono volti"

Alla presentazione dell'opuscolo - al cui interno ci sono dati e informazioni relative al fenomeno anche attraverso il racconto di storie di poliziotti quotidianamente impegnati su questo fronte - hanno partecipato il direttore centrale Anticrimine Francesco Messina, il questore di Milano Sergio Bracco e alcuni dei maggiori esperti della materia, come il procuratore aggiunto Letizia Mannella, la dottoressa Alessandra Kustermann e il professor Paolo Giulini, che si sono ritrovati tutti nella splendida Sala Scrofani di via Fatebenefratelli.

Non ha voluto mancare, anche se soltanto virtualmente, il capo della Polizia Franco Gabrielli: “In questa nuova brochure abbiamo voluto dare un volto anche ai nostri operatori - le sue parole affidate a un video messaggio - perché le vicende che riguardano le violenze non sono mai fascicoli, non sono mai procedimenti, non sono mai qualcosa di astratto, ma dietro ad ogni storia ci sono dei volti, ci sono dei vissuti, ci sono le sofferenze, le difficoltà di approcciare una scelta così difficile, che è anche quella di rendere pubblica la propria condizione di sofferenza, quindi, dando un volto anche a chi sta dall'altra parte, abbiamo voluto sottolineare l'importanza di come, in questo genere di problemi, il rapporto tra persone, il rapporto tra individui sia la carta vincente".

E in effetti "...Questo non è amore" oltre a fornire dati e statistiche, racconta le storie di chi ha trovato la forza di denunciare e ha avuto la fortuna di trovare dall'altra parte donne e uomini prima ancora che poliziotte e poliziotti. 

Ancora una volta la Questura di Milano è stata capofila nella sperimentazione e nell'innovazione, come ha sottolineato Francesco Messina evidenziando che "questa città deve essere culla di una certa logica per affrontare questo problema lavorando in rete". 

Cure e ammonimenti

E, infatti, sotto la Madonnina tanto è già stato fatto. Sul fronte della prevenzione, stando ai dati raccolti, appare efficace il provvedimento di ammonimento del Questore, a cui si è poi aggiunto il "codice rosso": nel 2018 le recidive per gli uomini ammoniti per atti persecutori si attestano sul 20% mentre salgono al 30% per gli ammoniti per violenza domestica. 

Molto del merito va al protocollo Zeus, sottoscritto nel 2018 per la prima volta a Milano, che spinge i maltrattanti ad affrontare percorsi di cura al centro italiano per la promozione e la mediazione grazie ad un accordo con la divisione Anticrimine, guidata dalla dottoressa Alessandra Simone. 

"Nel primo anno di vigenza l’80% degli ammoniti dal Questore ha aderito al programma con una evidente ricaduta sulla recidiva: infatti, solo il 10% dei soggetti trattati dal Cpm ha realizzato ulteriori condotte dopo l’ammonimento", hanno sottolineato i presenti.

Presenti che tutti insieme hanno evidenziato più volte che "se ti fa del male fisico", "se ti offende", "se ti umilia", "se minaccia te e i tuoi figli", "...Questo non è amore".

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