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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Rifiuti prodotti per abitante: la Lombardia è sulla buona strada

I dati dallo studio dal titolo “#TavoloLombardia19. Ambiente e territorio, quale modello di sviluppo?” condotto dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e curato dal presidente Stefano da Empoli e dal direttore dell’area Istituzioni Gianluca Sgueo

Negli ultimi anni in Lombardia si è sensibilmente ridotta la produzione di rifiuti che è passata dai 501 chilogrammi per abitante del 2009 agli attuali 467. Numeri che la posizionano al di sotto della media nazionale, dopo la Puglia e prima del Piemonte. Le regioni italiane che producono più rifiuti urbani pro-capite sono l’Emilia Romagna con 642 chilogrammi per abitante, la Toscana con 600 e la Valle d’Aosta con 584. Le più virtuose invece sono la Basilicata, il Molise e al terzo posto la Calabria.

I dati emergono dallo studio dal titolo “#TavoloLombardia19. Ambiente e territorio, quale modello di sviluppo?” condotto dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e curato dal presidente Stefano da Empoli e dal direttore dell’area Istituzioni Gianluca Sgueo. Il paper – che rientra tra le attività organizzate dall’istituto nell’ambito dell’Osservatorio sulle relazioni tra territori e imprese – evidenzia inoltre come le province lombarde siano in linea con la media regionale: dai 413 chilogrammi pro-capite della virtuosa Monza e Brianza ai 508 di Mantova che fa registrare da questo punto di vista i risultati peggiori. Bene Milano, tra le province con le performance migliori di tutta la Lombardia. Buone notizie anche a proposito della raccolta differenziata, cresciuta tra il 2009 e il 2017 di ben 22 punti percentuali. In Lombardia ha raggiunto quasi il 70% a fronte del dato medio italiano che si attesta intorno al 55%. La precedono solo il Veneto con il 73,6 e il Trentino Alto Adige con il 71,6. Le peggiori performance si registrano invece in Calabria, Molise e Sicilia, che hanno raggiunto rispettivamente il 40, 30 e 20%.

Quanto alle province Mantova e Cremona guidano la classifica con percentuali dell’86,6 e del 78,3%. Buoni i risultati di Varese, Lodi, Brescia, Bergamo e Monza e Brianza. I casi meno virtuosi, invece, sono quelli delle province di Sondrio e di Pavia. Quest’ultima, con il 50,2% di raccolta differenziata si colloca addirittura al di sotto alla media nazionale. Inoltre, lo studio dedica un focus particolare all’ambiente. Tra le quaranta città italiane che nel 2017 hanno superato il valore limite per il PM10 per più di 35 giorni l’anno, troviamo tutti i capoluoghi di provincia lombardi, tranne Sondrio. Un quadro in peggioramento rispetto all’anno precedente, quando anche Varese e Lecco erano annoverate tra le città meno inquinate. I risultati peggiori li collezionano Pavia, Milano e Cremona, rispettivamente con 101, 97 e 92 giorni l’anno in cui sono stati sforati i limiti previsti dalla legge. Secondo il presidente I-Com Stefano da Empoli, “i risultati sono influenzati dalle caratteristiche del territorio come la bassa ventosità e da condizioni meteo critiche nel 2017. In realtà, guardando a un orizzonte ventennale, quasi tutti i fattori inquinanti sono in diminuzione e anche sul PM10 il trend mostra un miglioramento”. D’altronde, il paper sottolinea come le autovetture che circolano in Lombardia siano in media meno inquinanti rispetto al resto d’Italia. Infine, lo studio si concentra sulla distribuzione dei veicoli a basse emissioni.

A partire dal 2015 è aumentato in misura rilevante il numero di automobili che rientrano nelle categorie Euro 5 o Euro 6, con una crescita di 14 punti percentuali in soli 4 anni. In Lombardia 9 auto su 1.000 sono elettriche e 64 su 1.000 sono a gas o bi-fuel, di cui 52 a Gpl o bi-fuel. Le province con il maggior numero di auto elettriche sono Milano, Como, Monza e Brianza e Varese. In base alle immatricolazioni di vetture ibride ed elettriche registrate in Italia, la Lombardia è la regione settentrionale che registra la più alta incidenza di questo tipo di veicoli sul totale delle auto immatricolate.

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