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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Teatro alla Scala, Fontana: "Pereira e quella confessione involontaria, è da licenziamento"

La questione di soldi arabi potrebbe costare cara al manager austriaco Alexander Pereira

"Il signor Alexander Pereira non mi ha consegnato alcuna documentazione che facesse riferimento al versamento di tre milioni da lui ricevuto dai Sauditi. Ne ha fatto cenno per la prima e unica volta - e quasi involontariamente ("...forse adesso dovrò rimandare indietro i soldi!") - durante la conversazione avvenuta nel mio ufficio il pomeriggio dell'8 marzo scorso. Nonostante la sorpresa e l'irritazione, ho ritenuto di non rendere pubblica in quel momento tale informazione, per rispetto della principale istituzione musicale del Paese e per tenere fede alla consegna del silenzio fino alla seduta del cda scaligero".

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Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando quanto riportano dai alcuni quotidiani, secondo i quali la Regione fosse d'accordo per incassare quei soldi. "È evidente, almeno dalle indiscrezioni giornalistiche - ha continuato Fontana - che l'attuale sovrintendente della Scala confonde le tardive e superficiali informazioni che mi ha dato con un presunto consenso, né richiesto, né tantomeno dato. Una cosa di tutta questa vicenda è chiara: l'attitudine di Pereira a creare confusione per coprire la preoccupante disinvoltura con cui ha gestito la politica culturale della Scala e la sua immagine nel mondo".

Teatro alla Scala, Fontana: "Pereira da licenciamento"

"Ancora più grave - ha concluso il presidente - è il fatto di aver comunque accettato dei fondi a prescindere dalle decisioni del cda e addirittura prima che questo si riunisse. In qualunque cda, a qualsiasi latitudine, questo comportamento provocherebbe il suo licenziamento".  Insomma, in vista della riunione del 18 marzo del consiglio di amministrazione, il manager austriaco rischia ben più che il non vedersi rinnovato l'incarico per i prossimi cinque anni.

Morelli (Lega): "Sala ha giocato sporco per ritorno d'immagine"

Ed è durissima la nota del deputato leghista (e capogruppo a Palazzo Marino) Alessandro Morelli, secondo cui "è in scena una tragedia che ha rischiato di mettere un'ombra nera sulla Scala di Milano, il più importante teatro al mondo e il secondo brand nazionale". Secondo l'esponente della Lega, "oltre alle evidenti responsabilità di Pereira c'è il tentativo del sindaco - e presidente del cda del teatro - Beppe Sala di far passare sotto silenzio la cessione del know-how della Scala e un "gemellaggio" per una cifra ridicola, che neanche il ragionier Fantozzi avrebbe accettato". 

"Il supermanager Sala", prosegue Morelli, "ha giocato sporco con gli interessi della città per avere un proprio ritorno di immagine. Per una foto con lo sceicco dal palco reale alla prima e darsi la parvenza del politico di respiro internazionale, Sala ha accettato una mancetta ridicola mettendo a repentaglio il lustro del nostro teatro". Il parlamentare leghista ricorda che "il Louvre ha fatto un accordo con Abu Dhabi da un miliardo, Sala si accontenta di una mancetta da 15 milioni. Alla sinistra, tanto attenta ai diritti umani ma con il cervello scollegato sui casi degli ultimi mesi, diamo un consiglio: oltre al gonfalone appeso su Palazzo Marino che chiede verità per Regeni installiamone un altro che chieda verità per Kashoggi così che i componenti del cda della Scala possano vedere da che parte sta Milano".

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