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Inchiesta sulla rete di tangenti in politica: indagato anche il sindaco leghista di Gallarate

Andrea Cassani è indagato per turbativa d’asta in uno dei filoni dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano sulla presunta rete di tangenti, spartizione degli appalti e nomine pilotate

Andrea Cassani, sindaco leghista di Gallarate, comune della Provincia di Varese, è indagato per turbativa d’asta in uno dei filoni dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano sulla presunta rete di tangenti, spartizione degli appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia.

La conferma arriva da qualificate fonti giudiziarie milanesi. Da quanto è stato riferito, lunedì la guardia di finanza si è presentata in Comune a Gallarate per un’acquisizione di documenti utili allo sviluppo delle indagini.

Le accuse contro Andrea Cassani, sindaco leghista di Gallarate

L'accusa riguarderebbe una presunta nomina pilotata di due avvocati per un parere legale su un'azione di responsabilità intentata dall'ex Giunta di centrosinistra contro gli ex amministratori di una municipalizzata, tra cui Caianiello. 

L’inchiesta, condotta condotta dai pm Luigi Furno, Adriano Scudieri e Silvia Bonardi, si è allargata al primo cittadino di Gallarate dopo i numerosi interrogatori sostenuti nelle scorse settimane davanti ai magistrati dal personaggio chiave dell’indagine: l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Gioacchino Caianiello, considerato dagli inquirenti il “burattinaio” del sistema di illeciti.

Le parole del sindaco di Gallarate

Apprendo dalla stampa di essere indagato, e ritengo giusto che la Procura faccia le indagini necessarie in modo che io possa chiarire definitivamente la mia posizione senza che rimangano ombre. A tal proposito comunicherò tramite il mio avvocato Cesare Cicorella la disponibilità ad essere ascoltato al più presto.

Non posso comunque non rilevare che la dichiarazione de relato sia resa da chi evidentemente perseguiva un fine proprio per attenuare le proprie responsabilità per fatti gravi.

Leggerò i contenuti delle dichiarazioni rese ai PM.

Non voglio assolutamente turbare il compito della Procura e quindi, non appena avranno vagliato e valutato tutta la vicenda, come già spiegato, prenderò in considerazioni le iniziative a mia tutela.

Ribadisco che l’affidamento che parrebbe essere oggetto dell’indagine è una gara pubblica e non un affidamento diretto. Per quanto mi riguarda il mio comportamento è stato assolutamente corretto nell’interesse esclusivo dell’amministrazione che rappresento.

Tuttavia, per chi non conosce la vicenda, un excursus logico va fatto, in modo che si possa comprendere la vicenda.

Le azioni di responsabilità AMSC e Seprio Real Estate sono state intraprese su mandato dell’ex sindaco Guenzani che in Assemblea dei Soci di AMSC decise di incaricare il cda di AMSC di agire nei confronti degli ex amministratori.

Se il sottoscritto avesse voluto ritirare l’azione di responsabilità avrebbe potuto farlo senza nemmeno chiedere un parere pro veritate, ma sin dalla campagna elettorale e poi da Sindaco ha sempre detto che era stato eletto per fare il sindaco e non il giudice. La volontà del sottoscritto e dell’allora presidente del CDA di AMSC fu sempre quella di mantenere in essere l’azione lasciando all’avvocato incaricato dai passati amministratori le cause.

Fu chiesto da questa giunta un parere pro veritate per verificare appunto se queste azioni di responsabilità potessero esporre l’amministrazione e AMSC a dei rischi. La giunta deliberò un atto di indirizzo e il dirigente incaricato fece una gara ad evidenza pubblica. Questa gara venne aggiudicata ad un importante avvocato milanese e ad un professore universitario che nel parere pro veritate espressero perplessità sulla solidità dell’azione intrapresa durante il mandato Guenzani, disincentivando pur non escludendo tuttavia la possibilità che l’attuale amministrazione potesse procedere alla revoca dell’azione di responsabilità.

Quindi: nessun affidamento, ma una gara pubblica. Nessun parere espressamente a favore della revoca e nessuna revoca dell’azione di responsabilità.
Come detto, l’azione di responsabilità non è stata revocata e le perplessità dei legali incaricati dall’Ente si sono dimostrate fondate tant’è che l’azione è stata persa con risarcimenti da parte di AMSC per oltre 1,3milioni di euro di spese legali.

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