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Sanità lombarda: sprechi di risorse e liste d'attesa eccessive. Il rapporto (non ancora pubblico)

L'indagine in 11 Regioni: i dati, però, non sono accessibili

La sanità in Lombardia? Non del tutto eccellente, al contrario del "mantra" che si racconta di solito. A certificarlo è l'indagine di valutazione quantitativa del laboratorio di management sanitario della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, a cui Regione Lombardia aderisce volontariamente dal 2015. Sono ora disponibili i dati riferiti al 2017, ma questi non sono pubblici: la Regione non li ha messi online e sul sito della Sant'Anna si possono consultare solo previo accreditamento. Business Insider è venuta in possesso di alcuni dati dell'indagine lombarda.

Michele Usuelli, consigliere regionale di Più Europa, ha presentato una mozione per chiedere che la giunta pubblichi il risultato dell'audit. Che, come si diceva, non è rassicurante. Il sistema sanitario lombardo risulta insufficiente in 11 indicatori su 25, cioè il 44%, e oltre la metà delle aziende sanitarie e ospedaliere regionali sono insufficienti in oltre la metà degli indicatori. 

"E' molto grave che questi dati non siano fruibili per i cittadini utenti del servizio sanitario, per gli eletti che devono controllare le politiche di governo della sanità e per gli addetti ai lavori che, avendo a disposizione numeri inconfutabili, potrebbero identificare in maniera oggettiva urgenze di intervento e priorità di governo, come si fa in ogni ciclo di progetto", commenta Usuelli. 

Risorse sprecate

Uno dei punti più preoccupanti dell'audit, secondo chi è in possesso dei dati, sarebbe lo spreco di risorse. Per esempio, la Lombardia spende 229 euro all'anno per ogni residente per la gestione farmaceutica, la provincia di Trento appena 158 euro. Considerando che (dati 2016) la Regione spende quasi 10 miliardi per servizi sanitari diretti e quasi 8 miliardi per servizi sanitari in convenzione, è facile intuire che in questo fiume di denaro si annidino costi inutili e sprechi da tagliare.

L'Asst di Melegnano e Martesana risulta la seconda peggiore della Regione, dopo Lecco, per numero di criticità (35 in 5 controlli). Sul fronte ospedaliero sono particolarmente negativi i risultati del Besta (18 criticità in 6 controlli) e del Policlinico (9 criticità in 2 controlli). Gli ispettori che hanno effettuato i controlli non individuano soltanto le criticità ma elencano diversi suggerimenti per migliorare le performances.

Tra questi suggerimenti, alcuni riguardano una gestione migliore delle risorse. Ad esempio, una programmazione di fabbisogni annuali di forniture, che evidentemente in alcuni casi manca, nonché una maggior standardizzazione delle esigenze d'acquisto e una particolare attenzione a motivare con precisione l'urgenza di determinati acquisti, in modo da ridurli (grazie anche alla programmazione delle esigenze) e, ovviamente, risparmiare denaro pubblico. Ma anche l'utilizzo delle piattaforme elettroniche di offerta per individuare i fornitori. 

Intramoenia e liste d'attesa

Un focus è dedicato all'attività intramoenia dei medici in connessione alle liste d'attesa. Gli audit si concludono con il suggerimento di controllare sistematicamente i volumi di quest'attività, non basandosi unicamente sul controllo delle timbrature, nonché di introdurre un sistema di tracciabilità del paziente soprattutto nel caso di passaggio dalla prestazione pubblica a quella in libera professione. Due suggerimenti che, letti attentamente, farebbero sospettare che gli ispettori si siano imbattuti in qualche situazione organizzativa che, in astratto, potrebbe portare ad abusi o irregolarità?

Quanto alle liste d'attesa, è noto che rappresentano il collo di bottiglia principale del sistema sanitario lombardo. Ne sa qualcosa chiunque abbia bisogno di una prestazione. Se ne discute da anni, non se n'è ancora venuto a capo. Una mammografia monolaterale necessita di 124 giorni (secondo il rapporto Polis 2018 citato da Business Insider), un'ecotiroide 110 giorni, una colonscopia 95 giorni. 

Nel mese di gennaio del 2018, la Regione aveva individuato sei prestazioni (visita oculistica, ecodoppler cardiaco, ecografia della mammella, mammografia, ecografia dell'addome e colonscopia) su cui investire denaro per migliorare le liste d'attesa, e aveva anche stabilito che le strutture si sarebbero dotate di un "responsabile unico" delle liste d'attesa. Attivo, poi, il portale Prenota Salute per verificare le liste d'attesa nelle strutture pubbliche e accreditate e, se in possesso di ricetta, prenotare la prestazione.

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