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Violenza contro le donne, il Comune di Milano chiama le Onlus

Un bando per mettere a punto progetti specifici

Palazzo Marino ha approvato le linee di indirizzo per l’individuazione di soggetti pubblici o del Terzo settore disponibili a portare avanti insieme al Comune attività di contrasto alla violenza di genere. 

La durata del progetto comprende il biennio che va da gennaio 2020 a dicembre 2021. Le risorse stanziate ammontano a oltre 1,8 milioni di euro, di cui 1,5 milioni di risorse dell’Amministrazione e 315mila euro di risorse di Regione Lombardia. Verrà lanciato un avviso di interesse attraverso il quale si renderà nota la volontà dell’Amministrazione di procedere alla coprogettazione del servizio secondo quattro linee di intervento. Anzitutto garantire il supporto alle donne maltrattate grazie ai servizi offerti dalla rete dei Centri Antiviolenza che, a titolo gratuito, offrono colloqui telefonici o incontri in sede, supporto psicologico, orientamento e assistenza legale e orientamento ai servizi volti all’autonomia economica e abitativa. 

In secondo luogo, offrire protezione e ospitalità attraverso le Case Rifugio che mettono a disposizione appartamenti o posti letto in strutture dedicate. In terzo luogo, avviare campagne di prevenzione e sensibilizzazione sul tema, sostenendo progetti diffusi sul tutto il territorio cittadino. E in quarto luogo, monitorare i percorsi individuali di riscatto sociale e psicologico delle donne seguite anche attraverso la costituzione di un’equipe operativa che avrà sede presso la Casa dei Diritti di via De Amicis 10.  

I progetti presentati saranno valutati con un massimo di 100 punti, di cui massimo 80 assegnati sulla base della proposta progettuale e massimo 20 assegnati sulla base della proposta economica, tenendo conto che ogni proposta deve comprendere un cofinanziamento da  parte del proponente pari almeno al 10% della spesa dell’Amministrazione.  

"La lotta alla violenza sulle donne - dichiara l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti - è al centro di tante delle nostre azioni e si traduce in diversi interventi: l'assistenza alle vittime, la tutela e l’offerta di ospitalità, il sostegno alla loro autonomia, l'azione per la prevenzione e la diffusione di informazioni adeguate. Con questo provvedimento confermiamo la volontà di andare avanti con sempre maggiore convinzione in questa direzione, per far capire alle ragazze e alle donne di Milano che non sono mai sole di fronte alla violenza”.

Centri antiviolenza: i dati

Sono 1.783 le donne che l’anno scorso si sono rivolte ai centri antiviolenza convenzionati con il Comune di Milano. Di queste, la maggior parte (911) ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni, mentre 403 sono giovani ragazze under 30 a cui si aggiungono anche 46 persone non ancora maggiorenni e 46 over 70.

Molte delle donne che si presentano agli sportelli o contattano telefonicamente i centri denunciano maltrattamenti fisici (1203), psicologici (1245), sessuali (322), di tipo economico (235) o legati a comportamenti persecutori (188). Sono per la maggior parte lavoratrici (891), anche se elevato è anche il numero delle disoccupate (427) e delle studentesse (135). In 87 casi hanno dichiarato di essere casalinghe e in 78 casi di essere pensionate.

In 1336 casi i loro ‘aguzzini’ sono mariti, ex mariti, conviventi o ex conviventi, partner o ex partner, ma si registrano anche casi in cui la violenza arriva da parte di altri familiari (198) o di persone conoscenti (146).

La rete antiviolenza sostenuta dal Comune di Milano, che oggi è comprende 9 Centri antiviolenza e 9 Case rifugio, ha organizzato al suo interno anche gruppi di lavoro tematici su donne violenza e disabilità, su violenza e donne con background migratorio, su violenza e luoghi di lavoro e sulla comunicazione.

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