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Cronaca

"Abusi su minori: al sindaco non importa dei bambini ma solo degli operatori"

Forte presa di posizione delle associazioni a tutela dei minori dopo le irresponsabili dichiarazioni del Sindaco di Cesate che non ha speso neppure una parola per due minori abusati sessualmente ma si è premurato di difendere gli operatori sociali

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MilanoToday

Cesate (MI) - "Qui ci sono due bambini allontanati coattivamente dalla madre e collocati dai servizi sociali presso i nonni paterni dove hanno subito ripetuti abusi sessuali e che ora vivono da anni lontano dalla mamma, e il sindaco non si preoccupa minimamente di tutelare questi bambini e di restituirli agli affetti famigliari ma solo di proteggere i suoi operatori. Non ho parole. Vogliamo che sia fatta chiarezza." Con queste amare parole, Silvio De Fanti, vicepresidente del nostro comitato ha rappresentato tutta la sua indignazione per le dichiarazioni irresponsabili del primo cittadino di Cesate. Anche il consigliere comunale di Trento Gabriella Maffioletti, Responsabile nazionale Adiantum per i rapporti con gli enti locali invierà una lettera formale al sindaco per chiedere spiegazioni.

Infatti, un quotidiano nazionale ha riportato che «difendo il lavoro dei servizi sociali…» sono state le prime parole di Roberto Della Rovere, sindaco di Cesate in merito alle dichiarazioni di Francesco Miraglia, avvocato della madre assolta dall'accusa di aver abusato dei propri figli, che aveva affermato che gli operatori sociali avrebbero meritato di essere portati a processo per omesso controllo. Non una parola per i bambini abusati. Sembra proprio che al sindaco non importi nulla di due bambini, suoi concittadini minorenni, che dovrebbe tutelare e aiutare a superare i traumi subiti da tanti anni di maltrattamenti e ingiustizie. "Sono felice dell'assoluzione ma delusa dalle parole del sindaco. Mi auguro che l'amministrazione e i servizi sociali siano più umani e capiscano che ora dobbiamo tutelare due bambini innocenti che vogliono tornare dalla loro mamma. Sono stati lontani da me per tre anni nonostante io fossi innocente. Ora hanno bisogno del mio affetto e della quotidianità di una famiglia che li ama. Finalmente è stata fatta giustizia ma non possiamo perdere tempo. Chi se ne frega di denunciare il Comune o gli operatori. Voglio solo il bene dei miei figli." Sono state invece le dichiarazioni della mamma dei minori.

Secondo quanto è stato ricostruito nel processo i due bambini sono stati abusati ripetutamente in ambito familiare e costretti a compiere e subire atti sessuali, il tutto accompagnato da minacce, sberle, percosse con cinghia e mazza da baseball, calci in mezzo alla gambe e al sedere. La madre si era rivolta ai servizi sociali per chiedere aiuto a causa delle percosse che subiva dal marito. Gli stessi, oltre a consigliare alla madre di collocare i figli presso l'abitazione dei nonni, non le hanno mai permesso di incontrare i figli mentre questi erano costretti a subire questi abusi. Stante ai fatti, concordiamo con l'avvocato nel dire che gli operatori sociali che si sono occupati dei minori avrebbero meritato di essere portati a processo per omesso controllo. A nostro avviso la responsabilità dei servizi sociali è evidente, e il sindaco avrebbe dovuto per prima cosa assicurarsi che i minori fossero adeguatamente tutelati e in seguito schierarsi dalla parte dei suoi due concittadini minorenni e costituirsi parte civile nei confronti di questi operatori. Ma apparentemente ci sono delle ragioni che lo spingono in una direzione diversa e vorremmo sapere quali sono.

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