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Cronaca

Scure dei tagli, e all'ospedale non danno le bottigliette d'acqua

Accade in due ospedali lombardi. Cremonesi (consigliere Sel in Regione) scrive all'assessore: "Inaccettabile". A MilanoToday i tagli vengono confermati: "E' vero, dobbiamo dare acqua del rubinetto. Ma è buona"

E' destinato ad avere una certa eco il caso degli ospedali di Crema e Rivolta d'Adda, che appartengono alla stessa azienda ospedaliera: a causa della spendig review del governo, infatti, nei due ospedali è cessata la distribuzione ai degenti di acqua minerale e condimenti durante i pasti. Se n'è accorto il gruppo Sel in regione, che ha immediatamente presentato un'interrogazione all'assessore Bresciani. "Un fatto gravissimo - commenta Chiara Cremonesi - bisognerebbe piuttosto tagliare gli sprechi veri che si annidano in ogni bilancio".

Nell'interrogazione, la Cremonesi e Cavalli chiedono se la regione intende intervenire sugli ospedali lombardi per monitorare le loro scelte e indicare le priorità sui tagli da effettuare, ma anche di intervenire direttamente sull'azienda ospedaliera di Crema affinché vengano introdotti i vecchi menu.

L'azienda ospedaliera risponde punto per punto alle accuse di Sel. MilanoToday ha parlato con Frida Fagandini, direttrice sanitaria. "E' vero", ha detto, "abbiamo dovuto negoziare coi fornitori per ottemperare al 5% di tagli che ci è stato imposto. Per prima cosa abbiamo chiesto lo sconto del 5%, ma in alcuni casi non è stato possibile. Anche i fornitori sono infatti alle prese coi costi lievitati, ad esempio per il caro carburanti".

Sulla ristorazione, in particolare, si sono fatti due interventi: da una parte si è stabilito di condire i piatti direttamente in cucina, eliminando le bustine monodose di olio, aceto o formaggio. Dall'altra si è eliminata la bottiglietta da mezzo litro di acqua minerale prevista per ogni paziente per ogni pasto. "Ma nessun paziente è assetato", continua Frida Fagandini: "C'è l'acqua dell'acquedotto, che dalle nostre parti è buona. E abbiamo anche deciso di potenziare i distributori di bevande, dove il costo al pubblico è di 40 centesimi a bottiglietta, installandone almeno uno per ogni piano". Secondo la Fagandini, comunque, tutto è stato fatto "preservando il valore energetico e nutrizionale e la qualità degli alimenti". Le modifiche sono attive da lunedì 17 settembre.

"Se si dovesse riscontrare un aumento del ricavo per la ditta che fornisce i distributori - promette - contratteremo che l'utile aggiuntivo venga tradotto in una scontistica per abbassare il prezzo dell'acqua".

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