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Cronaca Maciachini / Via Carlo Imbonati, 11

Colpito con una bottiglia di vetro in un bar di via Imbonati: apparentemente senza motivo

L'aggressore ha poi cercato di raggiungere il ferito brandendo un pugnale, con l'ambulanza già presente, per "finire il lavoro"

Apparentemente è senza spiegazioni l'aggressione che ha subìto un tunisino di 33 anni nel tardo pomeriggio del 23 luglio in via Imbonati 12, all'interno del Bar Sole Rosso. Dal racconto della vittima, in sede di querela, sembra che non vi sia stato alcun motivo a muovere l'egiziano di 20 anni che lo ha colpito all'improvviso con una bottiglia di vetro alla testa e al collo, due o tre volte, mentre il tunisino stava aspettando un caffè al banco.

Aggressione in via Imbonati (B&V Photographers)

Il 33enne era entrato nel bar e aveva salutato in arabo un gruppetto di egiziani che conosceva di vista. L'unico a non rispondere al saluto è stato proprio il 20enne, che era seduto da solo. Poi, secondo il racconto della stessa vittima, mentre aspettava il caffè ha sentito un rumore di sedie improvviso e si è trovato a tu per tu con il giovane, che gli ha spaccato la bottiglia in testa, l'ha colpito almeno una seconda volta e lo ha fatto scappare alla bell'e meglio fuori dal locale, inseguendolo per un tratto. Poi gli altri egiziani hanno convinto l'aggressore a desistere da ulteriori gesti, almeno fino a quel momento.

All'interno, intanto, i gestori cinesi del bar ripulivano tutto. Quando è arrivata la polizia, non c'erano più tracce apparenti dell'aggressione. 

Il tunisino, intanto, barcollando s'è incamminato verso il centro città, fino all'altezza del civico 4 della via, dove è stato notato da un uomo che lavora in un negozio di alimentari della zona: lo conosceva, si è spaventato vedendo il sangue grondare dalla testa e ha chiamato il 118.

I sanitari, sul posto, hanno chiesto l'ausilio della polizia, intervenuta con le volanti e con la squadra di supporto dell'Anticrimine. L'ambulanza ha dovuto spostarsi dall'incrocio tra via Imbonati e via Bernardino de Conti, perché all'improvviso quello che poi è stato identificato come l'aggressore si è ripresentato: aveva, stavolta, un pugnale che evidentemente aveva reperito in casa sua e voleva "finire il lavoro", parandosi davanti al mezzo di soccorso affinché non potesse ripartire. 

La scelta di "tornare" è stata però ovviamente controproducente, perché l'egiziano è stato subito fermato dalla polizia mentre il ferito veniva portato d'urgenza al Niguarda. Le ferite, che apparivano davvero gravi, per fortuna non erano così serie: i medici lo hanno dimesso dopo poche ore con una prognosi di dieci giorni. Così ha potuto essere ascoltato dalla polizia che frattanto, dato che non c'era flagranza di reato, ha aspettato la querela del ferito per indagare l'aggressore. Questi risponde di lesioni personali aggravate e porto abusivo di arma (per il pugnale che ha brandito nella seconda fase).

L'egiziano è irregolare in Italia e ha precedenti per spaccio di droga e ricettazione, mentre il tunisino è regolare e ha precedenti per spaccio. La polizia non ha potuto ancora elaborare una ipotesi sul movente dell'aggressione: sembra piuttosto strano che i due (che - come detto - si conoscevano di vista) non avessero alcun motivo di litigio pregresso.

VIDEO: DOPO L'AGGRESSIONE

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