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Cronaca Cenisio Monumentale / Via Grigna

Fece bere alla madre malata cocktail di farmaci: condannata ma non per omicidio

La donna (medico di professione) tentò poi di togliersi la vita. I giudici l'hanno condannata per aiuto al suicidio

E' stata condannata per aiuto al suicidio, e non per omicidio, Silvia Pasotto, la 62enne (medico di professione) che a settembre 2016 fece ingerire all'anziana madre 82enne, da tempo malata, un cocktail di farmaci per poi tentare di togliersi la vita. Nel processo è emerso che l'anziana aveva espresso proprio questa volontà. 

Il pubblico ministero, invece, aveva chiesto quattordici anni per omicidio volontario. Il giorno successivo all'episodio la 62enne fu trovata nella casa di via Grigna e salvata: era viva anche se in stato d'incoscienza. Aveva ingerito lo stesso cocktail che aveva preparato per la madre. 

Nell'appartamento venne trovata una lettera da cui si evinceva con chiarezza ciò che era accaduto. La pubblica accusa ha chiesto che venissero concesse le attenuanti generiche per via dello stato di sofferenza e disperazione palese e comprovato. Ma i difensori della dottoressa hanno puntato piuttosto sulla somiglianza con la vicenda del leader radicale Marco Cappato, che andrà a processo per aiuto al suicidio per avere accompagnato il tetraplegico dj Fabo in una clinica svizzera.

Chiave di volta anche il fatto che la madre avrebbe bevuto da sé il cocktail. A marzo 2017 la dottoressa, in carcere a San Vittore, rinunciò al rito abbreviato (che avrebbe consentito lo sconto di un terzo della pena, se condannata) perché convinta di potere dimostrare in giudizio le sue ragioni. Dalle indagini era emerso con limpidezza che l'82enne voleva farla finita da tempo. 

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