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Cronaca Porta Vittoria / Corso di Porta Vittoria

Appello all'amministrazione: stop agli sgomberi dei campi rom

Le associazioni che lottano per i diritti dei nomadi si rivolgono all'amministrazione comunale per chiedere lo stop alla politica degli sgomberi: "Esibire i muscoli non serve a niente"

I diritti non si sgomberano: questo l’appello lanciato stamattina da alcune associazioni attive nella difesa dei diritti dei rom a Milano in risposta alla politica dell’attuale amministrazione, focalizzata proprio sugli sgomberi dei campi (regolari e irregolari).

SPIRITO D'ACCOGLIENZA - Gli sgomberi, secondo i promotori dell’incontro, interrompono per i bambini la frequenza scolastica e i legami d’amicizia costruiti coi compagni di classe. E violano il diritto all’abitare, all’integrità personale e alla salute. Inoltre, aggiungono, non servono a risolvere un problema che invece va affrontato sviluppando politiche di integrazione. Corrado Mandreoli, coordinatore del tavolo rom alla Camera del lavoro, spiega: “Milano deve ritrovare lo spirito d’accoglienza. Noi stiamo trasversalmente chiedendo alla città di esprimersi sul fatto che la forza e i muscoli non hanno mai risolto nulla. E lo chiediamo fuori da qualunque logica ideologica, anche per questo non abbiamo voluto coinvolgere il candidato a sindaco Giuliano Pisapia”.

CINQUE MILIONI PER SGOMBERARE - Diverse sono le associazioni che hanno aderito all’appello: da quelle cattoliche (come la Casa della carità, la Comunità di Sant’Egidio e gli scout) a quelle di cittadini auto-organizzati (come le Mamme di Rubattino e gli Avvocati per niente). E’ intervenuta anche Dijana Pavlovic (nella foto), artista di origine serba, già candidata alle politiche del 2008 per la Sinistra Arcobaleno: “Nessuno chiede che a tutti siano simpatici i rom e i sinti, ma che si rispettino le persone. A Milano ci sono circa 730 persone che, di tanto in tanto, vengono sgomberate. Questa amministrazione ha speso qualcosa come 5.430.000 euro per sgomberare i rom. La nostra domanda è quante cose si sarebbero potute fare se questa cifra fosse stata destinata ad altro”.

SETTANTA ASSOCIAZIONI - Tra i presenti, Bruno Segre: “Siamo un piccolo gruppo di ebrei. La nostra è una testimonianza personale perché l’ebraismo istituzionale cittadino non prenderà mai posizione su questo tema, anche se noi lavoreremo perché lo faccia. Credo che possiamo parlare di questo, in quanto siamo il più antico gruppo umano di diversi in questo Paese”. L’appello è stato finora sottoscritto da una settantina di associazioni e da singoli individui, tra cui Moni Ovadia e don Gino Rigoldi, ma anche sociologi come Alfredo Alietti, Enzo Mingione e Tommaso Vitale.

L'associazione Mamme di Rubattino, nata per assistere i piccoli rom sgomberati dal campo omonimo, ha creato tre vini (prodotti in Toscana) il cui ricavato sarà in parte devoluto alla creazione di borse di studio (per i bambini) e borse di lavoro (per i genitori). I vini possono essere acquistati tra l'altro a "Fa' la cosa giusta", la manifestazione che si svolgerà il 26 e 27 marzo alla Fieramilanocity, oppure scrivendo a vino.rom.rubattino@gmail.com.

L’avvocato Paolo Agnoletto ha spiegato che la sottoscrizione è libera e aperta al di là delle ideologie. Per l’adesione si può scrivere a scendiamoincampo@gmail.com o a gaggini@libero.it.

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