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Cronaca Stazione Centrale / Via Vittor Pisani

La folle notte di due rapinatori: un ragazzo ucciso, studentessa e due uomini accoltellati

Ci sarebbero gli stessi due uomini dietro le rapine di Milano e Cinisello. Un ragazzo è morto

Ore 23 via Stalingrado e poco dopo via Lincoln a Cinisello Balsamo. Ore 2.00 via Franchino Gaffurio e ore 2.29 via Settembrini a Milano. Poco meno di cinque ore e poco più di nove chilometri legati da un filo rosso - "tirato" sempre dalle stesse mani - fatto di coltellate, rapine e sangue. 

Ci sarebbero gli stessi uomini dietro le rapine che tra giovedì sera e venerdì notte hanno letteralmente seminato il panico tra Cinisello e Milano, dove - in un ulteriore episodio di sangue - ha perso la vita anche un uomo di 42 anni, morto dopo una lite in strada fuori da un bar di via Padova.

I sospettati sono due cittadini nordafricani, già fermati dai carabinieri nella tarda mattina di venerdì in zona stazione Centrale. Addosso a uno dei due i militari hanno trovato i cellulari rubati alle vittime. "Prezioso" in particolare il telefono del bengalese ucciso in via Settembrini. Seguendo le celle a cui si agganciava, i carabinieri hanno collocato i rapinatori nella stessa area.

Gli episodi dei quali sono accusati

I due - stando alle primissime ricostruzioni - sarebbero i responsabili dell'omicidio avvenuto alle 2.30 in via Settembrini, zona stazione Centrale. Lì ha perso la vita Samsul Haque, un cittadino bengalese di ventitré anni, regolare in Italia, con un lavoro come cameriere e senza nessun problema con la giustizia. Il giovane è morto dopo essere stato accoltellato in strada da due uomini, che gli hanno poi portato via il cellulare. 

Soltanto mezz'ora prima, a quattrocento metri da via Settembrini, ad avere la peggio è stata una ragazza di ventuno anni, una giovane inglese studentessa della Cattolica. La vittima - che si trovava in compagnia di una ragazza degli Stati Uniti in via Gaffurio - è stata accoltellata all'addome ed è finita in condizioni non gravi alla clinica Città Studi. Lei stessa, medicata con alcuni punti di sutura, quando si è ripresa ha raccontato ai carabinieri che a colpirla erano stati due uomini, entrambi stranieri, che le avevano rubato l'iPhone ed erano fuggiti. 

Poco prima, alle 23, a cadere sotto i colpi dei malviventi è stato un italiano di trentuno anni, in via Lincon a Cinisello. L'uomo, derubato del portafogli, ha ricevuto tre coltellate - due all'addome e uno al torace - e si è accasciato al suolo privo di sensi subito dopo essere riuscito a dare l'allarme. Il trentunenne, soccorso dal 118, è finito al Niguarda in condizioni critiche per le perforazioni alla milza e al fegato: operato durante la notte, è stato in pericolo di vita per quasi tutta la giornata. Nel tardo pomeriggio i medici si sono poi dichiarati ottimisti.

Ad aprire la serie di sangue è stata una rapina in via Stalingrado, sempre a Cinisello, a pochi metri di distanza dall'altra. I due hanno preso a calci e pugni un uomo peruviano di trentasette anni. Poi lo hanno colpito con una bottiglia di plastica tagliata in due e usata come coltello e sono fuggiti con zaino con documenti e portafogli della vittima. L'uomo è stato portato d'urgenza al Bassini, ma non è in pericolo di vita.

Proprio da lì, stando a quanto finora accertato dagli investigatori, sarebbe iniziata la folle notte dei due rapinatori, che hanno lasciato sull'asfalto un morto e tre feriti - tra cui uno grave - per telefoni e un portafogli. 

Chi sono i due fermati

I due fermati (di 28 e 30 anni) sono stati sorpresi mentre pranzavano nel McDonald's di via Vitruvio, a Milano. Nella stessa zona dei loro colpi. Il nucleo investigativo dei carabinieri è arrivato a loro incrociando le testimonianze, i filmati delle telecamere di sorveglianza e il "passaggio" nelle celle telefoniche del cellulare sottratto all'uomo ucciso in via Settembrini, che fin dalla mattinata li "collocava" nella zona della Stazione Centrale. Sono stati individuati alle 10 di mattina e non hanno opposto resistenza.

Le forze dell'ordine sono state avvertite della nottata di follia da due telefonate: una da parte di uno dei due feriti di Cinisello, l'italiano. Che, tra l'altro, è possibile sia stato colpito proprio per avere assistito alla prima aggressione, quella ai danni del peruviano. E la seconda da parte delle studentesse.

Entrambi i fermati sono irrregolari in Italia e hanno numerosi alias. Il più giovane, già arrestato - e poi scarcerato - per tentata rapina ad aprile 2018 a Milano, è entrato nel nostro Paese da Reggio Calabria: l'altro, controllato a Milano il 30 marzo, dall'hot spot di Siracusa. Le fotosegnalazioni risalgono rispettivamente a giugno e settembre del 2017. Ai carabinieri che li hanno arrestati si sono presentati perfettamente lucidi. Non erano sotto l'effetto né di alcol né di droghe.

Nella loro folle notte si sono spostati con i mezzi pubblici. Dopo avere colpito le due vittime di Cinisello, si sono recati a Milano a bordo di un bus sostitutivo dove hanno "mirato" alle due studentesse. Prima le hanno molestate, poi (una volta scesi in via Gaffurio) hanno afferrato per i capelli e aggredito una di loro. L'amica, vedendo la scena, ha consegnato spontaneamente il telefono. Poi le due ragazze sono andate a casa e hanno avvertito il 118. 

All'appello mancano la refurtiva di uno dei due feriti a Cinisello (l'italiano) e il coltello utilizzato: ora gli investigatori lo stanno cercando perlustrando le strade percorse dai due, che rispondono di omicidio e rapina aggravata.

Le reazioni politiche

Era inevitabile che, fin dalla mattinata del 27 aprile, si scatenassero le reazioni da parte degli esponenti politici. Tutto il centrodestra si è scagliato contro l'amministrazione comunale per non avere (come per esempio ha affermato Manfredi Palmeri di Energie per l'Italia) "l'ossessione per la sicurezza delle periferie", mentre Riccardo De Corato (assessore regionale alla sicurezza e già vice sindaco di Milano) ha attaccato il questore Marcello Cardona. Dal Municipio 2 (nel cui territorio si sono verificati tutti gli episodi milanesi) la richiesta di un dialogo diretto tra il Municipio stesso e le forze dell'ordine.

Per il Comune di Milano ha replicato, in serata, Anna Scavuzzo, vice sindaco di Milano con delega alla sicurezza. Scavuzzo ha parlato di "collaborazione tra istituzioni e forze dell’ordine" come della "strategia più efficace perché si possa agire tempestivamente e in modo efficace", ha negato che ci si trovi di fronte a "violenza diffusa" ("si è trattato di una serie di eventi che hanno avuto la stessa regia ed è stato fondamentale averlo capito subito per poter procedere ad arrestare i colpevoli") e ha concluso affermando che "non è utile spendere parole inutili o fomentare polemiche: contano i fatti e i risultati che danno risposte chiare".

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