Si deciderà a Milano l'estradizione del presunto terrorista Abdel Majid Touil, il marocchino arrestato martedì sera a Gaggiano con la pesantissima accusa di essere tra i pianificatori ed esecutori dell'attentato di Tunisi del marzo 2015. Il ministero degli esteri trasmetterà tutte le carte alla procura generale che, in seguito, chiederà alla corte d'appello di fissare un'udienza (GUARDA IL VIDEO).

A quel punto i giudici milanesi decideranno se accogliere o no la richiesta d'estradizione. Se non la accogliessero, Majid Touil resterebbe in Italia. Se invece la accogliessero, trasmetterebbero le carte al ministero della giustizia, a cui spetta l'ultima parola.

C'è però il nodo della pena di morte, che in Tunisia è previsa (con impiccagione o fucilazione) per 21 reati, tra cui l'attentato alla sicurezza interna o esterna dello Stato. Ma le esecuzioni capitali in Tunisia sono di fatto sospese dal 1991, perché tutti i presidenti della repubblica da allora si sono dichiarati contrari e hanno più volte graziato o convertito la pena d'autorità. Tuttavia i tribunali possono, in teoria, condannare a morte gli imputati, come è successo ad esempio nel febbraio 2015 a Bizerte, quando sono state condannate a morte cinque persone per lo stupro e l'omicidio di un bambino di 11 anni.

Come è noto, il nostro Paese non può estradare in Paesi dove la pena di morte è prevista, a meno che non vi sia la garanzia esplicita che non venga applicata nel caso specifico. Il neo presidente tunisino Beji Caid Essebsi e il suo partito Appello della Tunisia, maggioritario in parlamento, sono contrari alla pena di morte.