Deve scontare un pena di 13 anni e 11 mesi per tentato omicidio e altre pene minori. Per questo motivo i carabinieri della Stazione di Cernusco sul Naviglio hanno arrestato mercoledì mattina Loris Giuliano Grancini, capo ultrà dei Viking, 'storico' gruppo di tifosi della Juventus.

Grancini, operaio 44enne, stando alla sentenza, avrebbe cercato di uccidere un avversario - in quanto mandante - insieme ad un complice, Pasquale Romeo, esecutore materiale: il 5 ottobre del 2006, in piazza Morbegno, davanti in zona viale Monza. Gli spararono due colpi di pistola, proprio davanti al bar di 'Los Hermanos'. Grancini è stato poi accusato di aver ferito con un coltello un testimone.

Il capo ultrà nell'aprile del 2017 era stato sanzionato con 4 anni di Daspo dopo una denuncia per istigazione a delinquere presentata dalla Digos. Il 44enne aveva postato su Facebook insulti contro alcuni membri delle forze dell'ordine, corredati con nomi e dati sensibili dei protagonisti.

Gli altri precedenti di Grancini

Grancini, giocatore professionista di poker, era sopravvissuto a due proiettili che lo avevano colpito dopo una sparatoria in viale Faenza nel 1998. Il nome dell'ultrà, ex gestore di locali, era emerso nelle indagini sul suicidio di un 'socio' ultrà a Torino e sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella gestione e nei rapporti con la curva da parte della Juventus. Il suo nome saltò fuori anche dalle intercettazioni che coinvolsero Andrea Agnelli e il capo della security Alessandro D'Angelo.

E' stato anche indagato per tentata estorsione al gestore di una società di eventi sportivi: aveva minacciato l'uomo perché gli procurasse dei biglietti per lo stadio. Ora arriva questa sentenza della Cassazione