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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca San Siro / Piazzale Selinunte

Milano, arrestato il rapinatore seriale "muto"

È accusato di undici rapine. Su Fb aveva scelto il nome del Renatino boss della Magliana

Guardando i video dei colpi - undici in cinque mesi, con tanto di pausa estiva -, i poliziotti avevano capito che poteva esserci un unico filo rosso a legarli tutti. Così, hanno visto e rivisto quelle immagini per cercare ogni dettaglio utile, ogni piccolo particolare che ritornava. Il resto, poi, lo ha fatto un profilo Facebook decisamente particolare. 

Gli agenti della Squadra Mobile, diretti da Lorenzo Bucossi, hanno arrestato Ettore Dante Bosoni, milanese di ventitré anni accusato di dieci rapine, una tentata rapina e lesioni personali. 

Il ragazzo era già finito in manette lo scorso 21 settembre, quando i Falchi della Questura lo avevano bloccato insieme a un suo complice dopo un blitz nella farmacia comunale di piazza Axum. Quel giorno, avevano accertato gli investigatori, i due erano arrivati fuori dal locale a bordo di una 500 Enjoy e Bosoni era entrato in farmacia armato di coltello prima di scappare per la reazione della titolare. Nonostante un tentativo di fuga, la coppia era stata fermata e in Questura i due ventenni avevano poi confessato un altro colpo avvenuto nello stesso negozio due giorni prima. 

Così colpiva il "muto"

Evidentemente, però, quei due non erano le uniche "incursioni" del ventitreenne. Dopo l'arresto - Bosoni poco dopo è uscito dal carcere, ma è stato arrestato nuovamente nei giorni scorsi per un cumulo di pene -, i poliziotti della Mobile hanno ripreso in mano le vecchie rapine avvenute tra maggio e settembre nei pressi di piazzale Selinunte, dove viveva, e hanno scoperto che il responsabile era proprio il giovane, che si è guadagnato l'appellativo di "muto" per una sua particolare caratteristica. 

Al momento dei colpi, infatti, il rapinatore restava quasi sempre in silenzio - al massimo si limitava a dire "cassa" o "soldi" - e comunicava con le sue vittime con cenni della testa e puntando contro di loro la lama. Fondamentali per la sua identificazione sono stati una rosa che ha tatuata sul braccio sinistro, e che appare nelle immagini delle rapine, e un paio di scarpe usate per quasi tutti i colpi. Gli agenti, per essere certi che il malvivente ripreso dalle telecamere fosse proprio lui, si sono affidati anche alle foto su Facebook, dove il "muto" aveva scelto il nome "Depediss", con ogni probabilità in onore di quel Enrico De Pedis "Renatino" che fu boss e capo della banda della Magliana. 

Una volta avuta la sicurezza che il rapinatore seriale era lui, i poliziotti gli hanno addebitato le altre dieci rapine e lo hanno "arrestato" - gli hanno notificato un'altra ordinanza di custodia cautelare mentre si trovava già in carcere - proprio per rapina e lesioni, perché in uno dei blitz ha colpito una farmacista a bastonate. 

Il "muto", con problemi di tossicodipendenza e precedenti per rapina, ha confessato che i soldi dei colpi gli servivano per comprare la droga o per aiutare la sua famiglia. 
 

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