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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Baggio / Via Val Devero

Milano, l'ex sorvegliato e 'l'amico' dei mafiosi con 100 chili di droga: "Sono qui per la Juve"

Due uomini arrestati dalla Squadra Mobile: in casa avevano più di 100 chili di droga

Uno, il più giovane, nel 2009 era finito nell'inchiesta "Pavone", che aveva aperto uno squarcio sul traffico di droga tra la Spagna, il Marocco e Milano - la zona di Quarto Oggiaro soprattutto -, con la mediazione delle famiglie meridionali "importanti". L'altro, di poco più grande d'età, meno di tre anni fa era invece stato arrestato in una brutta storia di mafia, estorsioni e voto di scambio in Puglia e per quello era stato indagato con l'ipotesi di reato del 416 bis, l'associazione mafiosa, perché ritenuto parte del gruppo con a capo il boss Antonio Campeggio, lo "scippatore". 

Adesso, dopo una rapidissima indagine della Squadra Mobile di Milano, guidata dal dirigente Marco Calì, entrambi sono finiti di nuovo in manette, con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le porte del carcere di sono aperte per Pasquale D'Amato - 42 anni, origini tarantine, ma da anni residente a Milano - e per suo cugino Cosimo Storino, che di anni ne ha 47 e può vantare un curriculum simile. 

Dall'Audi A4 alla Panda

A bloccarli sono stati gli uomini della sezione antidroga, coordinati dal dirigente Domenico Balsamo, che nei giorni scorsi avevano ricevuto una segnalazione - le solite che arrivano dal lavoro nelle strade e sugli informatori - su una possibile attività di spaccio portata avanti da D'Amato. 

Per ore i poliziotti si sono appostati, lo hanno controllato e venerdì è arrivata la svolta. Gli investigatori hanno visto il 42enne uscire da un parcheggio di via Sembenelli a bordo di una Fiat Panda e hanno notato che a brevissima distanza viaggiava una Audi A4 guidata da un secondo uomo, che è poi risultato essere il cugino. 

Le due auto hanno proseguito fino al parcheggio della Coop di via Fratelli Zoia, dove il conducente dell'Audi è sceso ed è salito a bordo della Panda, che è poi ripartita verso via Val Devero. I due uomini, sempre osservati a distanza dai poliziotti, sono saliti in un appartamento al civico 22 e poco dopo sono scesi con due borsoni, che hanno caricato nella vettura. 

Oltre 100 chili di droga

A quel punto, convinti di andare a colpo sicuro, gli agenti sono intervenuti e hanno bloccato D'Amato e Storino, scoprendo che negli zaini c'erano 11,8 chili di marijuana, 10,9 di hashish e 56 grammi di cocaina. 

Nell'abitazione - "presa in affitto soltanto come imbosco", la riflessione di uno degli investigatori - c'erano poi altri tre cartoni con all'interno 96,2 chili di "fumo" e 729 grammi di cocaina. 

Al momento della perquisizione, il proprietario è stato decisamente collaborativo: un atteggiamento che ha insospettito i poliziotti, che hanno maturato il dubbio che probabilmente la droga potesse essere il "tesoro" meno importante. E infatti, da sotto i cuscini di un divano, è saltata fuori una pistola Beretta calibro 9 - chiaramente detenuta in maniera illecita - con otto cartucce all'interno e altre 27 nascoste poco distanti. 

I due nomi forti

Droga e arma sequestrate - hanno spiegato dalla Mobile - lasciano immediatamente intuire che quelli dei cugini D'Amato e Storino non sono nomi qualunque. Anche perché sono ormai trafficanti esperti e hanno legami di spessore, come dimostrano le indagini in cui sono comparsi negli anni e come conferma anche la sorveglianza speciale - la misura applicata ai criminali più pericolosi - a cui è stato sottoposto fino a poco fa D'Amato, nella cui abitazione, quella in cui vive, c'erano anche 15mila euro in contanti. 

Storino, hanno accertato gli investigatori, era venuto a Milano da Taranto pochi giorni prima dell'arresto, probabilmente per muovere il carico di hashish, che era di qualità molto molto buona. 

"Sono qui per la Juve"

E proprio sulla sua residenza il 47enne ha cercato di giocare al momento dell'arresto. Durante il primo interrogatorio con i poliziotti, infatti, si è difeso dicendo di essere in città soltanto perché la sera precedente aveva assistito alla partita di coppa Italia Milan-Juve, spiegando di essere un grande tifoso bianconero. 

Quando gli agenti gli hanno chiesto chi fosse l'allenatore della Signora, però, non ha saputo rispondere e ha fatto scena muta. Non proprio un fan sfegatato, insomma. 

Foto - Droga e soldi sequestrati

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