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Cronaca Duomo / Piazza della Scala

Corruzione e grandi opere: anche il Palazzo Italia di Expo 2015

Si tratta di Citylife e M5, ma anche lavori connessi a Expo. Quattro gli arrestati, tra cui un ex supermanager del ministero dei lavori pubblici

Quattro arresti e cinquanta indagati: è il sommario bilancio dell'operazione dei Ros e della procura di Firenze compiuta lunedì mattina tra Roma e Milano, con un centinaio di perquisizioni in aziende e uffici pubblici. L'accusa è di corruzione, induzione indebita, turbativa d'asta e altri delitti contro la pubblica amministrazione, in merito alla gestione illecita di appalti nelle grandi opere.

I quattro arrestati sono l'ex dirigente del ministero dei lavori pubblici Ettore Incalza, il suo collaboratore Sandro Pacella e gli imprenditori Stefano Perotti (Spm) e Francesco Cavallo (Centostazioni). Smentita l'ipotesi inizialmente trapelata, cioè che tra gli indagati vi fossero anche diversi esponenti politici. Incalza e Perotti sono finiti in carcere mentre Pacella e Cavallo sono ai domiciliari. Secondo gli investigatori, gli appalti pilotati avevano un valore totale di 25 milioni.

Tra i lavori finiti sotto la lente d'ingrandimento della procura, City Life e la metropolitana "lilla" (M5) di Milano, ma anche alcuni lavori correlati a Expo. Secondo gli investigatori, Incalza sarebbe stato "stipendiato" per 7 mila euro al mese. Un giro di "consulenze" sarebbe stato la "contropartita" degli appalti, il cui valore lievitava anche del 40%

L'inchiesta è partita dall'alta velocità ferroviaria nel nodo fiorentino e si è poi estesa. In particolare, a Stefano Perotti sono stati affidati incarichi di direzione dei lavori per diverse grandi opere tra cui la Tav Brescia-Verona, il nodo Tav di Firenze, la Tav Firenze-Bologna e la Tav Genova-Milano.

Ma Perotti avrebbe influito anche sull'aggiudicazione dei lavori per realizzare il cosiddetto Palazzo Italia di Expo 2015.

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