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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Mafia nei cantieri della metropolitana M4 ed M5: aziende fermate

Quelle segnalate sono tutte situazioni di aziende che avevano interventi minimi, principalmente nell’ambito del trasporto terra. E che in nessun caso hanno comportato ritardi

Sarebbero nove le aziende che lavoravano nei cantieri delle Metropolitana M4 ed M5 interdette dal prefetto di Milano nell'ambito dei controlli contro l'infiltrazione mafiosa.

Si tratta di ditte impiegate generalmente in subappalti legati al movimento terra o ai trasporti. I provvedimenti del prefetto sono giunti nell’ambito dei lavori collegati a Expo che hanno collezionato un totale di 68 interdittive per 48 aziende coinvolte: al primo posto delle opere che hanno ricevuto il maggior numero di stop c’è la Tangenziale est esterna (Tem) con 26 provvedimenti, come riposta Repubblica.it.

"Il fatto che siano arrivate le interdittive - ha dichiarato l’assessore ai trasporti Pierfrancesco Maran - dimostra che c’è una capacità d’intervento e questa è una garanzia. Quelle segnalate sono tutte situazioni di aziende che avevano interventi minimi, principalmente nell’ambito del trasporto terra. E che in nessun caso hanno comportato ritardi".

Palazzo Marino ha spiegato in una note che "Attraverso i controlli messi in atto dall'amministrazione comunale e la sottoscrizione dei protocolli di legalità fra Comune, Prefettura e le società concessionarie - che attraverso una piattaforma informatica registrano e monitorano tutti i subappalti ed i sub affidamenti - la Prefettura ha potuto individuare anomalie, da cui sono conseguite le segnalazioni fatte all'amministrazione comunale. Tra il 2013 e il 2014 ci sono state 4 segnalazioni relative ai lavori di M4 e hanno comportato l'adozione di provvedimenti di allontanamento delle imprese segnalate".

"M4 - prosegue la nota - è una delle prime tre grandi opere che ha aderito al protocollo C.A.P.A.C.I. (Creation of Automated Procedures Against Criminal Infiltration in public contracts), progetto promosso dall'OCSE e CIPE che consente il monitoraggio dei flussi finanziari in forma più restrittiva rispetto alla normativa nazionale (legge 136/2010 s.m.i.), sempre al fine di rafforzare i controlli contro le infiltrazioni mafiose". 

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