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Cronaca

Violenza, droga ed estorsioni: presa la banda dei ventenni dei "conti in sospeso", 6 arresti

Maxi operazione della guardia di finanza tra Pavia e Milano. In manette 6 giovanissimi

Giovani, ma spietati. Violenti, aggressivi, pronti a fare la voce grossa e a mostrare i muscoli quando ce n'era bisogno. Sei uomini - tutti ragazzi tra i 20 e i 29 anni - sono stati arrestati all'alba di giovedì dalla guardia di finanza di Pavia in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con le accuse di spaccio ed estorsione. 

Le manette sono arrivate tra la provincia pavese e quella di Milano al termine di una lunga inchiesta ribattezzata "Conti in sospeso" e coordinata dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal sostituto Andrea Zanoncelli.

Il blitz è scattato con le prime luci del giorno e ha visto impegnati oltre 50 uomini, con l'aiuto delle unità cinofile antidroga e "cash dog" del gruppo di Linate, i cani che con il loro fiuto scovano i soldi. 

Botte, sputi, pestaggi e armi: i folli blitz dei 20enni. Video

Il capo e i pusher "disperati"

Il lavoro delle fiamme gialle è partito dal monitoraggio dello spaccio nel centro di Pavia durante le notti di movida. Da lì - spiegano dalla Gdf in una nota - gli investigatori hanno "tracciato" i numerosi clienti abituali per poi ricostruire la "fitta rete di vendita", che ha permesso di arrivare fino "al dominus del sodalizio criminale", che era "a capo di una banda di ventenni".

A vendere materialmente la droga in strada, invece, erano consumatori poco più che 18enni che si erano poi pian piano trasformati in pusher in una sorta di circolo vizioso senza via d'uscita. A causa delle loro "condizioni economiche precarie - sottolineano i finanzieri - venivano reclutati dall’associazione criminale per vendere la sostanza stupefacente che gli veniva ceduta a credito".

Le botte a chi non pagava

Non solo droga, però. Perché - sempre stando a quanto riferito dalla finanza - il gruppo era anche specializzato nelle estorsioni e quando c'era qualcuno che non riusciva a pagare "la banda minacciava e picchiava violentemente le proprie vittime". 

Vittime tra cui c'erano gli stessi pusher ai quali la droga veniva data a credito. "Il minimo ritardo nel pagarla - mettono nero su bianco investigatori e inquirenti - scatenava la violenza della banda che non tardava a manifestarsi attraverso pesanti minacce, spesso brandendo armi da fuoco e con pestaggi effettuati con bastoni di ferro e catene".

I ragazzi della banda

E quei blitz feroci, quasi come a voler conservare un ricordo, venivano registrati e conservati sui cellulari dei componenti della banda, che adesso è stata completamente sgominata. 

In cella sono finiti F.T. - un 22enne di Rosate “capo” e “picchiatore” del gruppo, come lo definisce la finanza -, P.C., un 28enne di Besate con un duplice ruolo di custode della marijuana e di picchiatore - , F.B., un 24enne di Motta Visconti che conservava la cocaina - e S.S. un 29enne di Besate che aveva il ruolo di “tesoriere” e “autista”.

E quando loro non bastavano intervenivano D.C. - 22 anni - e L.R.L. - 25 anni - che avevano, spiega la finanza, "l’esclusivo compito di prelevare, con sconsiderata violenza e forza intimidatrice, il denaro dovuto al gruppo criminale".

Rolex e proiettili 

Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati monili e gioielli, tre Rolex, 100 grammi di marijuana e hashish, due bilancini elettronici, 1000 euro in contanti e una ventina tra cellulari e tablet. In più nelle mani dei finanzieri sono finiti una carabina, sei coltelli e 40 proiettili calibro 9 utilizzati dagli arrestati. 

E il giro della banda era di quelli "buoni": nel periodo in cui gli investigatori li hanno tenuti d'occhio, i sei sono riusciti a muovere oltre 8 chili di droga e hanno recuperato, a modo loro, circa 60mila euro. 

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