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Cronaca

Titolò "questo è l'Islam" dopo l'attentato a Charlie Hebdo: Belpietro a processo

L'allora direttore di Libero rischia una multa

Titolò "Questo è l'Islam" in prima pagina su Libero dopo la strage del gennaio 2015 contro la redazione parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo: Maurizio Belpietro è ora a processo a Milano per quel titolo. La sentenza è stata calendarizzata per il 10 luglio. Il direttore del quotidiano risponde di villipendio nei confronti di coloro che professano la religione islamica.

Il procedimento, con rito abbreviato, è giunto alla requisitoria del pm Piero Basilone, secondo cui creare "un'immedesimazione tra l'atto terroristico e la religione" corrisponde a offendere pubblicamente l'Islam. Non è tutto: il pm ha contestato a Belpietro l'aggravante dell'odio o violenza per motivi "razziali, etnici, nazionali o religiosi" in base alla Legge Mancino.

Tra i documenti portati dal pm all'attenzione del giudice, una lettera del 2014 indirizzata ad Al-Baghdadi, autoproclamatosi califfo dell'Isis, da parte di 124 guide musulmane in cui si legge tra l'altro che "la fede islamica proibisce la violenza nel nome di Allah". Il pm ha chiesto che Belpietro venga condannato a pagare una multa di 7.500 euro.

Secondo la legale del giornalista, invece, Belpietro non ha offeso nessuno e va assolto. Lo stesso giornalista era stato già assolto per il titolo "Bastardi islamici" riferito agli attentati del novembre 2015, sempre a Parigi. 

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