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Cronaca Porta Romana / Corso di Porta Romana

Cerca di iscrivere il figlio disabile all'asilo: "Proprio qui lo deve portare?"

La storia di Claudio, disabile, "rifiutato" a parole (paventando mille difficoltà) da un istituto religioso cittadino. Che poi replica: "Non ci siamo posti affatto come "non accoglienza", ma dovevamo trovare una figura adatta"

La scintilla è scoccata da un articolo di qualche giorno fa, in cui si raccontava la vicenda di un istituto salesiano che aveva affisso un cartello dove si accettavano solo "bambini normali" per i campi estivi. Gaffe non voluta, è stato detto dall'istituto religioso, ma che, nel frattempo, aveva alzato un'onda di indignazione sul web. 

Monica è una giovane mamma milanese. A lei, racconta a MilanoToday, lo scorso anno capitò un episodio simile. Una storia di atteggiamenti non chiarissimi, di trasparenze velate, di cose non dette. Al tempo decise di lasciar perdere, di far correre per quieto vivere. Poi, nel leggere le parole dei salesiani, ha deciso di non rimanere nel silenzio

Il suo bimbo, Claudio, ha una malattia genetica rara. Soffre di ritardo psicomotorio, e potrebbe avere, in futuro, difficoltà a parlare o camminare. Vede molto poco. E' indietro rispetto agli altri bimbi della sua età (ai tempi 3 anni). Richiede sì attenzione, anche se nulla di eccessivamente specialistico: durante i pasti, per via della deglutizione difficoltosa, ha bisogno di un piccolo macchinario. E' dolcissimo, quieto, di grande socialità e grazie alla fisioterapia e alla stimolazione basale migliora di settimana in settimana. Con un supporto, sta seduto da solo. 

La scelta ricade su un asilo in Porta Romana, "Primi passi", una struttura delle Suore mantellate, dove era già iscritto il primogenito della famiglia. Il nido è convenzionato con il Comune e Claudio, con disabilità, nelle graduatorie ha diritto a un posto. I primi incontri sono cordiali e calorosi, racconta Monica. Vengono spiegate le difficoltà del piccolo e come bisogna prendersene cura. Non sembrano sorgere questioni. 

Ma al momento dell'iscrizione "ufficiale" tutto cambia. La scuola, alla presenza di una coordinatrice e di due religiose, accoglie con molta freddezza la madre, paventando le difficoltà di inserimento di Claudio e "facendo mille problemi". "Sono rimasta pertanto molto sorpresa dagli atteggiamenti e dalle parole della suora - sottolinea Monica -, che ha cercato di dissuadermi dall'iscrivere Claudio al nido ingigantendo le criticità di "gestione", che brutta parola, ed avanzando per ben due volte l'ipotesi che “il tentativo di inserimento” possa non andare a buon fine. Ho ricevuto la netta sensazione che l’arrivo di Claudio presso la struttura fosse vissuto sostanzialmente come un caso da subìre, un “male necessario” verso il quale non si può rifiutare accoglienza, piuttosto che come un bambino al pari degli altri, con i medesimi diritti educativi ma con qualche difficoltà in più. Più che accolto, quindi, tollerato". "L'atteggiamento era molto freddo - prosegue -, ed era chiaro che mi venisse chiesto "Proprio qui lo deve iscrivere?". Claudio veniva visto come un "esborso" e una difficoltà in più". 

Il bimbo, infatti, è beneficiario di un posto nelle graduatorie di Palazzo Marino e non può essere rifiutato, con una figura a sostegno che deve essere procurata dall'asilo. "Claudio è un bambino come tutti gli altri, con i medesimi diritti educativi ed è quanto meno sorprendente che una struttura a impostazione religiosa metta in essere situazioni discriminatorie e in netta antitesi con i valori cristiani di accoglienza, solidarietà e amore per il prossimo", continua Monica.

L'istituto, contattato da MilanoToday, ha replicato alla vicenda, spiegando che non si "pose affatto in termini di non accoglienza", ma di "onesta e sincera dichiarazione di mancanza di risorse e di una figura qualificata da destinare esclusivamente al bambino".

"Proprio nello spirito dell’accoglienza, in breve tempo, dopo l’iscrizione, ci siamo attivati per cercare soluzioni e, grazie ad un contatto con L’Unione Italiana Ciechi (l'ente che tutela i bimbi come Claudio, ndr), trovammo disponibilità per una seria ed adeguata collaborazione - concludono le Suore mantellate -. Nulla si è poi concretizzato poiché la famiglia decise di rinunciare al posto riservatole. Per dovere di cronaca segnaliamo che il nostro Istituto ha accolto e accoglie tuttora, bambini “speciali” che non riteniamo un limite ma una risorsa e un arricchimento per tutti".

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