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Bus incendiato, la lettera per i carabinieri eroi di Milano: "In ogni bimbo voi vedete un figlio"

I colleghi dedicano ai carabinieri eroi di Milano una lettera per dire loro grazie. Eccola

Hanno voluto mettere nero su bianco il loro grazie. Hanno voluto abbracciare idealmente quegli uomini, quei colleghi, che non c'hanno pensato un attimo prima di lanciarsi nel pericolo. Che non hanno esitato neanche un secondo e che per quello si sono trasformati in eroi, stupendi eroi. 

I carabinieri di tutta Italia hanno voluto dedicare una lettera ai militari di Milano che mercoledì mattina, con coraggio e forza, sono riusciti a fermare il bus dirottato da Ousseynou Sy, il 47enne senegalese che ha sequestrato cinquantuno bimbi e tre insegnanti su un pullman prima di appiccare le fiamme sullo stesso mezzo

Gli studenti, ragazzini di due classi di una scuola media di Crema, sono stati salvati dai carabinieri della compagnia di San Donato, che hanno fermato il pullman sulla Paullese e hanno aperto una via di fuga per i piccoli prima che l'attentatore appiccasse il fuoco

Ecco la lettera che i carabinieri hanno voluto dedicare loro: 

Ai “nostri Eroi” di Milano

Nel giorno in cui nasce la primavera, festeggiamo cinquantuno bambini tornati a casa. Cinquantuno bambini, la primavera della vita. È stato tutto molto semplice, tutto come mille altre volte: una richiesta di soccorso, l’allerta della Centrale, l’intervento. È stato straordinario.

Voi in pochi, di fronte a un autobus impazzito che vi speronava, a una minaccia terribile e mortale, alle fiamme che già divoravano le lamiere. Avete vinto. Nessuno si è fatto male, nemmeno chi di quell’orrore era stato l’artefice. Perché le vite si salvano tutte. Siete stati gli angeli della strada, i supereroi che volano fra i grattacieli proteggendo la metropoli, l’argine contro la follia.

Noi in tanti, 110 mila, che di fronte a tanto abbiamo solo una parola. Grazie. Grazie per averci resi orgogliosi della nostra uniforme. Per aver ricordato chi sono i Carabinieri, che cosa fanno da più di due secoli. Sono quelli che corrono verso il pericolo laddove l’istinto umano è fuggirne. Quelli che vedono in ogni bambino un figlio, in ogni donna una sorella, in ogni anziano un genitore. Grazie perché domani sarete di nuovo sulla strada. Correndo alla prossima chiamata, pensando che in fondo non avete fatto che il vostro dovere.

I vostri colleghi

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