"Trattamento inumano" nel carcere di San Vittore: detenuto ottiene risarcimento
Avrà 1.568 euro per 198 giorni passati nel carcere milanese di San Vittore in una cella sovraffollata, nella quale "lo spazio pro capite" è risultato "inferiore al limite minimo di 3 metri quadrati"
"Trattamento inumano e degradante". Per questo motivo il ministero della Giustizia dovrà risarcire un ex detenuto del carcere di San Vittore di Milano. Lo ha stabilito la decima sezione civile del tribunale di Milano, che ha accolto in parte il ricorso presentato dall'uomo che ha vissuto diverso tempo tra San Vittore, Opera e Bollate.
Avrà 1.568 euro per 198 giorni passati nel carcere milanese di San Vittore in una cella sovraffollata, nella quale "lo spazio pro capite" è risultato "inferiore al limite minimo di 3 metri quadrati". L'uomo avrà anche gli interessi legali, nonché al versamento di 405 euro di spese processuali, oltre alle spese generali e agli oneri fiscali.
Nel ricorso si parlava delle condizioni di detenzione. "Ristretto in celle di dimensioni ridottissime, sempre in regime di condivisione con altri soggetti, il cui spazio disponibile era limitato ulteriormente dalla presenza di mobili ed arredi, oltre che scarsamente illuminate e riscaldate". In più, si legge sempre del provvedimento del giudice civile, tali "celle erano dotate di un piccolo bagno, privo di acqua calda ed assolutamente non igienico".
Queste circostanze sono state però smentite in parte dalle relazioni dei carceri di Opera e Bollate, dove detenuto ha trascorso un periodo. Ma per i mesi di prigionia a San Vittore sono state comfermate: "Celle di 9 metri quadri, ma sempre in condivisione con altri 4, 5 o 6 detenuti". L'ex detenuto, nel suo ricorso, si è appellato all'articolo 3 della Convenzione Europea per la salvaguardia dell'uomo e delle libertà fondamentali ed in tale periodo la detenzione è stata ritenuta "degradante e disumana".
