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Cronaca

Caso Montecity-Santa Giulia: proseguono gli interrogatori

Rosanna Gariboldi, la moglie del parlamentare del Pdl Abelli nega ogni suo coinvolgimento ai fatti. Giuseppe Grossi dal carcere ha sospeso l'assunzione dei farmaci salvavita per protesta, avrebbe più volte chiesto ai pm di chiarire la sua posizione. Domani la decisione del giudice sulla convalida del fermo per i due

"Mi sono fidata di un amico che mi aveva proposto di fare degli investimenti", così Rosanna Gariboldi, ex assessore provinciale a Pavia e moglie del parlamentare del Pdl Giancarlo Abelli, ora in carcere per la vicenda delle presunte irregolarità nella bonifica dell'area Montecity- Santa Giulia, ha giustificato le operazioni fatte sul suo conto monegasco.

Conto che, per l'accusa, è stato usato per "ripulire" il denaro proveniente dalle attività illecite dell'imprenditore Giuseppe Grossi, anche lui arrestato.

E' durato circa un'ora e si è concluso dopo le 20.20 l'interrogatorio davanti al gip Fabrizio D'Arcangelo, della signora Abelli che, come ha riferito il suo difensore, il prof. Ennio Amodio, "ha risposto su tutti i dettagli delle operazioni effettuate sul conto a Montecarlo. Conto aperto presso la Banque J.Safra nel principato di Monaco e sul quale, per gli inquirenti, tra il 2001 e il 2008 sono entrati 2.350.000 euro e usciti 1.294.000 euro, somme 'collegate a conti riferibili - come si legge nell'ordinanza di custodia cautelare - direttamente a Grossi.

Il legale ha riferito che la signora "é stata lucida e precisa anche se apertamente ha detto che questa situazione le crea molta sofferenza e grande angoscia nonostante sia certa di non aver fatto nulla che le può essere rimproverato".

Giuseppe Grossi, il "dominus" della Green Holding, uno dei più importanti gruppi italiani che si occupano di smaltimento rifiuti e principale indagato nell'inchiesta dei pm Laura Pedio e Gaetano Ruta, questa mattina, ha invece risposto per tre ore alle domande del giudice.

Grossi, con problemi cardiaci, da quando è in carcere ha deciso di non prendere più i farmaci salvavita in segno di protesta perché, a suo dire, ha chiesto varie volte e, per mesi atteso, di poter chiarire la sua posizione ai pm. Così questa mattina ha fornito le sue spiegazioni che pare, però, si siano rivelate vaghe.

L'inatteso protrarsi dell'esame di Grossi, ritenuto il promotore di un sistema illecito che, attraverso i costi 'gonfiati' della bonifica dell'area a sud della città, avrebbe portato a costituire all'estero "fondi neri per almeno 22 milioni, sottratti alle casse delle società" del suo gruppo, ha fatto slittare così gli interrogatori degli altri arrestati e di Vincenzo Agosta e Matteo Terragni, le due persone fermate martedì.

Cesarina Ferruzzi, manager del gruppo e collaboratrice di Grossi, come ha spiegato il suo difensore, l'avv. Giuseppe Lucibello, "ha ammesso le sue responsabilità ma solo per la vicenda Montecity" e non quelle relative alle altre irregolarità contestate. Inoltre ha messo a disposizione la documentazione del suo conto in Svizzera e anche le somme che avrebbe percepito illegittimamente. Agosta e Terragni, consulenti fiscali della Getraco di Lugano ed anche amministratori di fatto di una società londinese che sarebbe stata usata "per ripulire i proventi delle false fatturazioni", come ha detto l'avv. Luca Troyer, "hanno chiarito i propri ruoli e le proprie responsabilità nella vicenda".

Sulla richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere dei due il giudice depositerà la sua decisione domani.
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