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Cronaca

Piano chiusura Poste, Cecchetti: «Non siamo soddisfatti» e prepara una interrogazione

Il vicepresidente del consiglio regionale ha preparato una interrogazione al Pirellone: «Si deve fare di più, cercando di venire incontro alle esigenze dei territori»

Riaprire il tavolo con Poste Italiane per bloccare il piano di chiusure in Lombardia. È l’obiettivo del vicepresidente del consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega) che nelle scorse ore ha depositato una interrogazione al Pirellone. 

«Si può dire di tutto, tranne che essere soddisfatti — si legge in una nota diramata da Cecchetti —. Sollazzarsi perché su 61 chiusure siamo riusciti ad evitarne 15, e a ottenere qualche sparuta flessibilità su le aperture a singhiozzo, vuol dire fare un torto a quei  cittadini della Lombardia, soprattutto anziani, che d’ora in poi saranno costretti a subire forti disagi per pagare un bollettino o ritirare la pensione».

A Milano e provincia il piano delle chiusure toccherà cinque sportelli: due in città (via Gerolamo Cardano e via Cilea) e tre in provincia, dislocati nelle frazioni di Nerviano, San Lorenzo e Marcallo con Casone.

«La Lombardia – aggiunge Cecchetti – ha un  residuo fiscale con lo Stato di oltre 50 miliardi di euro all’anno e dunque merita rispetto. Le Poste sono inoltre pubbliche, pagate da tutti i contribuenti lombardi, dunque se vogliono fare business al riparo dello Stato non va bene. Io dico che si deve fare di più, cercando di venire incontro alle esigenze dei territori, come quello ad esempio della provincia  di Milano, che risultano incredibilmente esclusi nell’elenco degli uffici postali salvati dalla chiusura». 

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