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Cronaca

Curcio presenta l'ultimo libro e attacca i Cie: "Sono campi di concentramento"

La presentazione di "Razzismo e indifferenza" è avvenuta ieri sera nel centro sociale Vittoria. Il fondatore delle Br ha parlato del razzismo freddo di oggi. De Corato: "Sono stati istituiti dalla sinistra"

Oggi come ieri l'Italia è un Paese che non si vergogna delle sue molte culture razziste. Ad affermarlo, nel corso della presentazione del suo ultimo libro “Razzismo e indifferenza” che si è tenuta ieri sera presso il Centro sociale Vittoria è Curcio, fondatore delle Brigate Rosse.

Quello che distingue la società odierna da quella del passato è la “freddezza” dei razzismi contemporanei: i cittadini rimangono “indifferenti alla privazione fortissima di diritti per alcune migliaia di persone”.

Nell'europa odierna, infine secondo l'autore, il razzismo servirebbe a far soldi e i centri di identificazione ed espulsione non sarebbero altro che "campi di concentramento a tempo determinato, una fabbrica di clandestini, sottoclasse di lavoratori senza diritti da sfruttare".

Per arrivare a questa conclusione il fondatore delle Br è partito da molto lontano. Ha diviso la storia dell'Italia in tre tappe: l'Unità, con gli studi di Cesare Lombroso e le teorie positiviste che descrivevano due Italie di cui una - quella meridionale - "negroide"; la fase colonialismo e "i crimini di guerra come l'uso del gas, i campi di deportazione e l'apartheid" nelle colonie africane; il fascismo con le leggi razziali. "Fascismo e nazismo non sono stati l'aberrazione del capitalismo - ha sostenuto - ma attori storici della crescita del capitalismo europeo".

L'autore di  “Razzismo e indifferenza” ha poi motivato il suo ultimo lavoro "anomalo rispetto ai miei precedenti lavori", affermando che si tratta di un tema con cui "bisognava fare i conti" e a cui teneva in quanto "figlio di immigrati del sud, per la mia sensibilità politica e in quanto ricercatore sociale".

Per niente d'accordo sulla definizione di Cie il vicesindaco di Milano. “La semina di idee sui Cie, i centri di identificazione ed espulsione, definiti  nella lezione milanese dall’indottrinatore  Renato Curcio con termini edulcorati ‘campi di concentramento’, ha già prodotto ieri sera i primi effetti, visto che in via Fatebenefratelli si sono radunati 40 esponenti no global e dei  centri sociali per impedire il trasferimento del clandestino sceso dalla ciminiera di via Imbonati in via Corelli. Ovvero in una di quelle strutture che sono state istituite dalla sinistra con la legge Turco-Napolitano nel 1998. Ma su questo piccolo dettaglio il  professor Curcio, ospite ieri del Vittoria, ha sorvolato. Ai centri sociali basta un bigino”, ha dichiarato Riccardo De Corato.

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