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Cerba, apertura del comune: prove di dialogo con la fondazione

Si torna a parlare del centro di ricerca biomedica che dovrebbe sorgere vicino allo Ieo di Veronesi

Dopo le polemiche, la pace. E uno spiraglio per il "Cerba", il centro di ricerca biomedica voluto da Umberto Veronesi che dovrebbe sorgere vicino allo Ieo di via Ripamonti ma aveva subito uno stop dovuto al progetto, che comprendeva una parte residenziale (per medici e operatori, si difendevano quelli della Fondazione Cerba) e una parte commerciale ("come in ogni ospedale vengono previsti negozi", ripetevano), elementi che avevano fatto infuriare l'assessore all'urbanistica Lucia De Cesaris.

Ora il comune si dice pronto a far partire un nuovo accordo e Maurizio Mauri, presidente della fondazione, risponde con segnali di pace all'apertura di Palazzo Marino. In teoria il 23 gennaio è calendarizzata la sentenza del Tar sul ricorso della fondazione contro il blocco dell'accordo di programma, ma la fondazione potrebbe invece ritirare il ricorso stesso, accettando di rivedere il progetto del Cerba.

Dalla fondazione fanno sapere di essere disposti a rivedere sia l'impatto sull'occupazione di suolo sia la dimensione finale del progetto. Per la fondazione resta imprescindibile che le strutture di ricerca restino adiacenti allo Ieo, per la necessaria sinergia. Gli altri servizi possono essere fatti (come ha suggerito la De Cesaris) in aree attigue ma separate, dove sia già consentito costruire. Tempo massimo per la fondazione, un anno, per non perdere gli investitori.

Dalle opposizioni l'invito a lavorare affinché il Cerba si realizzi davvero: sono intervenuti Riccardo De Corato (Fdi), Pietro Tatarella (Fi) e Manfredi Palmeri (centro), sottolineando che si tratta di una occasione straordinaria per la città che diventerebbe all'avanguardia internazionale nella ricerca medica.

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